"Mia figlia incinta e non potevo toccarla"

La grande emozione: "Ho rivisto Giulia dopo un mese E’ arrivata qui per un controllo e ho sfiorato il pancione"

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"Solo la punta di un dito, ben coperto da un guanto pulito, per sfiorare almeno la pancia di sua figlia, che non vedeva da un mese". È la piccola ma toccante storia di Stefania Nunziante, 51 anni, portantina dell’ospedale di Torregalli, in questi giorni impegnata sei giorni su sette per l’emergenza Coronavirus.

Il racconto e l’immagine dell’incontro con la figlia, al nono mese di gravidanza, sono stati condivisi della donna su Facebook, sul gruppo "Wic – Woman in Charge Firenze", molto popolare in città, e sono ben presto diventati virali.

"Finalmente ho rivisto mia figlia dopo un mese – ha scritto Stefania sul social network -. É appena entrata nel nono mese e ieri è venuta in ospedale per un controllo. Inutile dirvi quanto è stato difficile non poterla abbracciare, non poterla baciare... Mi sono solo infilata un paio di guanti puliti e con un dito le ho sfiorato la pancia coperta dal maglione... Avevo un groppo in gola che non andava giù, lei uguale, ma ci siamo sforzate di non piangere, ci siamo parlate con gli occhi e salutate buttandoci un bacio...". Tantissimi i messaggi di solidarietà e di vicinanza pubblicati dagli altri utenti in risposta al messaggio, ringraziando Stefania e tutto il personale sanitario per lo sforzo in questi giorni di emergenza.

"È stato bello tutto l’affetto che ho ricevuto dopo aver scritto il post – spiega Stefania –. Non sono una dottoressa, né un’infermiera e nemmeno una Oss. Non ho lauree in infermieristica o in medicina: sono una semplice ausiliaria, una portantina, ma vivo l’ospedale 6 giorni su 7 e rischio come gli altri. Il mio lavoro consiste nel portare i pazienti, sia quelli con coronavirus che quelli non-Covid, nei reparti ai quali sono destinati oppure a fare le varie analisi. In base alla situazione mi attrezzo, insieme ai miei colleghi, con tutte le protezioni del caso. Da più di trenta giorni, ovvero da quando è iniziata questa emergenza, tutto il resto della mia vita si è azzerato di colpo, a maggior ragione i contatti con le mie due figlie e in particolare con Giulia, che è incinta e che quindi deve stare lontana da me per motivi di sicurezza. Non abbiamo potuto condividere quasi nulla in quest’ultimo mese così importante, a parte le chiamate e le videochiamate".

E ancora: "Quando è venuta a Torregalli per le analisi e per i controlli necessari in vista del parto, ci siamo sentite a telefono e poi trovate in corridoio: è stata un’emozione straordinaria vederla finalmente dal vivo, con la sua pancia, dopo tutte queste settimane. Ed è stato bello poter condividere su Facebook quel momento. Mi è servito anche a ribadire un messaggio che tutti noi teniamo molto a far passare: non siamo eroi e stiamo solo facendo il nostro lavoro, ma è importante che chi è fuori non renda inutili tutti questi sforzi. Per questo è necessario che chi può stia ancora, il più possibile, a casa".

Lisa Ciardi

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