Coronavirus. Quindici bambini curati all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze

I piccoli pazienti, età media un anno, sono stati tutti dimessi

L'ospedale pediatrico "Meyer"

L'ospedale pediatrico "Meyer"

Firenze, 22 aprile 2020 - Sono quindici i bambini con il coronavirus curati al pediatrico Meyer di Firenze dall'inizio dell'epidemia. I piccoli pazienti, età media un anno, sono arrivati direttamente dal pronto soccorso o trasferiti da altri ospedali grazie ai protocolli di centralizzazione condivisi con la rete pediatrica. Tutti sono stati dimessi.

"Un numero relativamente basso di casi che conferma come l'infezione determinata da Covid-19 colpisca in modo decisamente marginale la popolazione infantile" precisa il Meyer in una nota. "Dal confronto tra le diverse realtà ospedaliere che aderiscono all'Associazione ospedali pediatrici italiani - prosegue il documento -, emerge però che i pazienti presi in carico dal Meyer rappresentano una casistica comunque rappresentativa nell'ambito del panorama nazionale: il 10% dei ricoveri pediatrici a livello nazionale". Otto nei piccoli pazienti avevano meno di un anno. Nella metà dei casi erano inoltre presenti delle comorbilità: patologie onco-ematologiche, malattie metaboliche o genetiche.

"Medici e infermieri - precisa sempre il pediatrico - hanno comunque constatato che la sintomatologia dei pazienti non si è mai rivelata così importante da richiedere il ricorso a particolari terapie. L'unica eccezione in cui i sanitari hanno ritenuto opportuno intervenire con un'assistenza alla respirazione - ottenuta con la sola somministrazione dell'ossigeno - era legata alla presenza di un'altra patologia respiratoria concomitante". Dal 2 aprile scorso, il Meyer ha inoltre avviato uno screening per gli operatori sanitari con test sierologici affiancati a una verifica con tampone nel caso di positività: su più di 1200 esaminati, 13 (1,1% del totale) sono risultati contagiati dal Coronavirus. Il tampone viene effettuato anche a tutti i bambini che vengono ricoverati nell'ospedale e ai genitori che presentato sintomi o fattori di rischio.

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