Io ora temo le parole. Da oggi pare che il ciclone Poppea mitighi finalmente l’afa di Nerone, ma ho il terrore che fra qualche giorno, se non eviteremo di superlativizzare le parole, saremo di nuovo a parlare di un’emergenza climatica ma al contrario. Ovvero di un freddo anomalo per la stagione. Già, il sensazionalismo delle parole. Perché è vero, quest’estate anche a Firenze a tratti il caldo è stato devastante. Personalmente me ne sono accorto dal fatto che mi sia ritrovato a fare più docce di quante non ne facesse tempo addietro Edvige Fenech e anche alcuni eventi insoliti hanno certificano l’eccesso di afa: in piazza Signoria, per esempio, raccontano di avere visto alcuni turisti tedeschi in sandali ma senza calzini. La prova provata del caldo infernale. Ora: io non so se hanno ragione quei climatologi che, da tempo, hanno lanciato l’allarme sul fatto che alcuni nostri comportamenti sciagurati stiano contribuendo a creare un cambiamento climatico globale. L’apparire di fenomeni che prima non esistevano, come gli uragani paratropicali e il panettone estivo, farebbero propendere la bilancia a loro favore. Lo stesso, ciò che personalmente mi spaventa di più, come scrivevo all’inizio, non è tanto l’innalzamento anomalo delle temperature: i cicli meteorologici sono sempre esistiti e adesso abbiamo più mezzi del passato per affrontarne senza traumi eccessivi i cambiamenti. Ciò che mi preoccupa è la corsa al sensazionalismo, alla parola eccessiva per raccontare il tutto che fa diventare tragedia annunciata ogni capriccio meteo. Anche molti anni fa abbiamo avuto settimane di caldo tropicale. Ma allora ciò che adesso chiamiamo con nomi da tregenda, semplicemente la chiamavamo "Estate". Esattamente come facevamo per il freddo invernale. Quando nel 1985 arrivò la grande nevicata che ricoprì Firenze di bianco, la vivemmo come un evento eccezionale ma non la trasformammo in una tragedia epocale con connotazioni di filosofia nera come accadrebbe se l’evento si compisse oggi. Sì, le parole sono importanti, e non perché lo sosteneva Nanni Moretti in uno dei suoi film inguardabili, ma perché il sensazionalismo, esagerandola, rischia solo di deformare la realtà. E un problema serio come il possibile cambiamento climatico, di tutto ha bisogno tranne che di una realtà deformata dal grottesco.
CronacaMeteo e il pericolo sensazionalismo