Crisi Mercatone Uno, chiude il negozio di Calenzano. A rischio 31 posti di lavoro

Brutta sorpresa per i dipendenti e per i clienti che hanno trovato le porte chiuse

I lavoratori rimasti all'esterno del negozio

I lavoratori rimasti all'esterno del negozio

Calenzano (Firenze), 25 maggio 2019 - Porte chiuse, stamani (sabato 25 maggio), per il punto vendita di arredamento, accessori casa, elettrodomestici Mercatone Uno a Calenzano. Una doccia fredda per i dipendenti del centro di via Caduti di Nassirya, a poche decine di metri dal casello autostradale, informati solo poche ore prima, con una comunicazione arrivata in nottata, che sarebbe stata interrotta la continuità aziendale. Così oggi i lavoratori (31 quelli totali ancora in forza dopo le difficoltà degli anni scorsi a Calenzano) e anche i clienti non sono potuti entrare: «Abbiamo saputo- spiega Pina De Riso della Rsa Cisl- che oggi tutti i punti vendita in Italia sono chiusi ed è una cosa paradossale e drammatica per tutti noi. Dopo le vicende degli anni scorsi con la prima richiesta di concordato preventivo nel 2015 e due successivi bandi di vendita andati deserti nell’agosto scorso i 55 negozi Mercatone Uno erano stati acquisiti dalla società Shernon Holding Srl che, nell’aprile scorso, dopo appena otto mesi, ha chiesto il concordato preventivo al Tribunale di Milano. L’azienda ha dichiarato che si era avvalsa dello strumento per garantire la continuità aziendale e per superare una difficoltà finanziaria ma, evidentemente, non è stato così».

Preoccupazioni per la chiusura che mette a rischio migliaia di posti di lavoro in Italia arriva anche dalla Cgil: «E` una vicenda assurda- sottolinea Giovanni Vangi Filcams Cgil- nella comunicazione arrivata si dice che i punti vendita saranno chiusi fino al 30 maggio, data in cui è previsto un incontro al Ministero dello Sviluppo economico da cui si spera di avere qualche indicazione ma tutto il percorso è stato gestito male da anni: ora si apre un grosso problema occupazionale per il quale siamo evidentemente preoccupati». Problema che è, evidentemente, il più importante ma si creeranno disagi (come già avvenuto gli anni scorsi) anche per i clienti che non potranno ritirare mobili o altri oggetti magari già pagati interamente.

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