Firenze, 19 giugno 2018 - Fretta. Nasciamo, impariamo a camminare, a parlare e passano un paio di anni prima che qualcuno ci insegni il concetto di fretta. Viviamo e ci adattiamo a una società che corre, corre, corre. Ma cosa è davvero degno di essere vissuto appieno, con calma? Prendiamo ad esempio l’esame di maturità. Sono rammaricata di dover constatare che è stato anch’esso inquinato dall’abitudine alla fretta. Lo studio è sempre stato per me più un momento di accrescimento personale che un obbligo imposto. Adesso mi ritrovo a studiare con foga per cercare di ricordare ogni dettaglio, ogni piccola cosa e sento che il vero senso di tutto questo imparare è più effimero di quanto non vorrei. Quindi, rivalutiamo le nostre prospettive: quanto spazio dovremmo concedere alla fretta nella formazione di un individuo?
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