Mascherine, obbligo rinviato

Per la consegna almeno dieci giorni Nardella a Rossi: "Serve più tempo"

Arrivano le mascherine per tutti e il primo giorno dell’attesa distribuzione si conclude con un battibecco a distanza fra Palazzo Vecchio e la Regione. L’ordinanza del governatore Enrico Rossi parla chiaro: entro una settimana dall’entrata in vigore (cioè da ieri) tutte le mascherine devono essere consegnate nelle case di toscani. E Il compito di effettuare in tempo la consegna spetta ai Comuni.

Dal fronte di Palazzo Vecchio però la vedono diversamente: nonostante lo schieramento di 250 ’postini’ (150 volontari della Protezione civile, 50 vigili urbani e 50 fra autisti e altri dipendenti comunali, per distribuire le 860mila mascherine ci vogliono almeno 15 giorni. "Abbiamo scelto la consegna personale seguendo l’archivio dell’anagrafe cittadina – ha spiegato la vicesindaca Cristina Giachi che ha la delega alla Protezione civile – per non correre il rischio, come è avvenuto altrove, di furti dalla cassetta delle lettere. E abbiamo preferito non creare punti di distribuzione per evitare assembramenti".

Solo ieri sono state consegnate 40mila mascherine, il piano nella prima fase riguarda solo i residenti a Firenze e circa 180mila famiglie. "A chi non verrà trovato in casa – tranquillizza Giachi – sarà lasciato un biglietto con i riferimenti della protezione civile da contattare per fissare un nuovo appuntamento". Secondo round necessario anche per gli studenti fuori sede, i domiciliati (e moltissimi inquilini lo sono) o i lavoratori non residenti. "Per gli studenti, i volontari si rapporteranno con gli uffici del diritto allo studio regionale, mentre i domiciliati – aggiunge Giachi – potranno contattare direttamente la protezione civile del Comune, attraverso l’indirizzo mail disponibile sulla rete civica".

E anche se la Regione, con l’assessore alla protezione civile Federica Fratoni, assicura "tre mascherine chirurgiche a testa" Palazzo Vecchio ne sta distribuendo solo due. "E il primo contingente – spiega la vicesindaca – le 860mila che ci sono state consegnate non sono abbastanza per arrivare a tre".

Ieri a inciampare sui limiti della consegna ’anagrafica’ è stato proprio il sindaco Dario Nardella che suonando un campanello ha trovato un inquilino domiciliato, ma non residente, e non ha potuto consegnare la busta con le mascherine.

Nardella però getta acqua sul fuoco. "La distribuzione sta andando abbastanza bene. Firenze come Comune sta rispondendo e secondo me la consegna porta a porta, nominativa, è la migliore perché garantisce sia i cittadini che i volontari. Abbiamo bisogno di qualche giorno, perché si tratta di numeri grossi: sette, dieci giorni". Con un consiglio a Rossi. "Ho suggerito alla Regione di fare un’ordinanza che possa seguire il ritmo che i Comuni, e la Protezione Civile, hanno nella distribuzione, in modo che le due cose vadano allineate". Ma il sindaco ha rilanciato anche un altro tema, quello del commissario ad hoc che potrebbe intervenire non solo sulla distribuzione dei quanto sull’apertura di una filiera di produzione locale "Siamo o no uno dei territori di eccellenza nella produzione dei tessuti?"

A fine serata è una telefonata fra sindaco e governatore a sciogliere il nodo. Rossi incontrerà i sindaci della maggiori città toscane (pare che anche Prato e Livorno abbiano qualche problema sui tempi) per fare il punto della situazione e decidere su una eventuale proroga per l’entrata in vigore dell’obbligo o su un aiuto da dare per accelerare la distribuzione.

Comunque sia, quando entrerà in vigore, che sia fra sette o dieci giorni, l’ordinanza regionale impone di indossare le mascherine sui mezzi pubblici, anche sui taxi e mezzi a noleggio con conducente, nei negozi quando si fa la spesa, negli uffici e luoghi chiusi ma anche negli spazi all’aperto frequentati da più persone e dove è obbligatorio il mantenimento della distanza sociale di sicurezza che secondo i dettami dell’Organizzazione mondiale della Sanità è fissata a 1,8 metri.

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