Mascherine e mani pulite servono sempre

Stefano

Grifoni

Mascherine, il distanziamento, la frequente igiene delle mani e la riduzione degli spostamenti non necessari, misure utili per contrastare la pandemia, hanno avuto ricadute sorprendenti anche sugli altri virus respiratori. Non bastano comunque da sole a spiegare la ridotta circolazione del virus dell’influenza. Che fine ha fatto l’influenza stagionale? Molte persone si sono vaccinate. Altre forse si sarebbero vaccinate ma il vaccino antinfluenzale era diventato quasi introvabile. La vaccinazione contro l’influenza stagionale era motivata dalla paura della possibile concomitanza con la pandemia Covid 19 e dalla necessità di distinguere gli influenzati dai positivi al coronavirus. In sostanza pensando sempre al Covid abbiamo perso le tracce della influenza stagionale. La stessa cosa era successa con l’influenza suina nel 2009-10 virus H1N1 combinazione di virus influenzali suini, aviari e umani. In quel periodo l’influenza fu blanda quasi inesistente e il livello vaccinale della popolazione fu inferiore al 60% come è sempre accaduto da dieci anni. Qualcuno allora pensò che lo spazio biologico ambientale era stato occupato quasi totalmente dal virus della suina e che due diversi virus nella stessa popolazione non potevano circolare contemporaneamente. Oggi alcuni virologi sono arrivati alla stessa conclusione e che cioè la pandemia Covid ha limitato la circolazione del virus influenzale. La dissoluzione della pandemia da influenza da una parte potrebbe rendere difficile capire quali ceppi di virus colpiranno il prossimo anno e dall’altra favorire, una volta sconfitto il Covid 19, la diffusione di ceppi di suina, aviaria o di altri virus patogeni più seri come il virus respiratorio sinciziale contro il quale non esiste vaccino. La successione delle stagioni dei virus nessuno la può prevedere e non si presenta mai uguale: l’andamento è instabile e fuggevole. Come del resto è l’esistenza umana.