Mappe del Giardino di Boboli a misura di fatica

Nell’era informatica le rinnovate mappe di quel museo open air e dal 2013 patrimonio dell’Umanità che è il Giardino di Boboli, sono state disegnate in modo certosino, artigianale da ‘amanuensi’ molto particolari: "i designer e i grafici della nostra società" spiega Matteo Papadopulos socio con Francesco Giovannetti e Luca Bonfiglio di ’Cantiere creativo’ che vinto il bando per la realizzazione del nuovo sito degli Uffizi ha approntato le mappe suddette prima della pandemia, ma di fatto conosciute da poco. Ed è già al lavoro per realizzare quelle, nuove, della Galleria degli Uffizi e di Palazzo Pitti a completamento del complesso museale: marketing territorial-museale tra graphic design e interazione con il mondo digitale. Spiega Papadopulos: "La prima sfida è stata analizzare le caratteristiche e le esigenze di accessibilità, rappresentare la conformazione del giardino e un’idea realistica delle pendenze in modo da dare agli ospiti la possibilità di scegliere il tragitto più adatto alle proprie esigenze e non desistere dalle passeggiate. E’ stato difficile, le zone hanno un dislivello da 50 a 130 metri. Seconda sfida, rendere più godibile la visita proponendo percorsi definiti e chiari. La mappa doveva rispondere alle pratiche di user experience (la relazione tra una persona e un prodotto, un servizio, ndc) oltre a fornire le informazioni su spazi, servizi, tra statue, fontane ed edifici, altri punti imperdibili, mostre in corso. Tutto reso possibile da un rapporto virtuoso col Dipartimento e con Eike Schmidt, il direttore degli Uffizi. E’ stato chiaro: voleva qualcosa di utile per gli utenti, non di autoreferenziale".

giovanni spano

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