Lupi di Toscana, nasce il quartiere del futuro

La trasformazione dell’ex caserma al confine con Scandicci. Un esempio di città giardino con al centro uno spazio pubblico

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di Olga Mugnaini

"Non case ma città 2.0". E’ questo il concetto che ha guidato la trasformazione dell’ex Lupi di Toscana. Ed è con questo obiettivo che ieri il Comune ha presentato il piano che rigenera la vecchia caserma al confine di Scandicci in un nuovo quartiere di Firenze. Il primo quartiere post Covid, è stato definito, un esempio di città-giardino, con al centro un grande spazio pubblico, caratterizzato da verde, sostenibilità e mobilità dolce, con una forte spinta all’housing sociale che interesserà il 70% della superficie totale.

L’intervento interessa un’area di 20 ettari, di cui quasi 12 destinati a verde urbano e agricolo (orti sociali), oltre 4 a piazze e aree pedonali e una rete stradale da 15mila metri quadrati e 7mila di parcheggi, per un totale di 870 posti auto. Il piano ha come riferimento il progetto vincitore del concorso internazionale di idee del 2018, bandito dall’Amministrazione comunale in qualità di proprietaria del complesso immobiliare, con il contributo del Demanio. A vincere fu l’idea elaborata da Paolo Luigi Poloni capogruppo, con Federico Ghirardelli e Massimiliano Saracino.

"Il puzzle della Firenze del terzo millennio si sta definendo - ha detto il sindaco Dario Nardella -: dopo la Manifattura Tabacchi, il ‘buco Belfiore’, Santa Maria Novella e Sant’Orsola, è la volta della ex caserma Lupi di Toscana che va incontro a un intervento di recupero e riqualificazione per una rinascita profonda di un importante pezzo di città. Questo piano segnerà una decisa svolta verso il social housing dando una forte risposta al bisogno di casa con la destinazione di una superficie di oltre 36mila metri quadrati. Un progetto improntato a una visione post Covid di città, basata sulla sostenibilità e sulla centralità degli spazi aperti in un mix virtuoso di funzioni pubbliche e private".

"Una trasformazione che consentirà di aprire alla città un luogo finora chiuso e impermeabile – ha aggiunto l’assessore all’Urbanistica e ambiente Cecilia Del Re -, attraverso scelte che rispondono ai bisogni emergenti della fase post covid. Un esempio di città-giardino aperta e inclusiva".

Si stima che l’intervento possa attirare investimenti per 120 milioni – e circa 500 posti di lavoro tra diretti e indotto. "Anche perché sull’ex caserma impatteranno diversi progetti– spiega il direttore generale di Palazzo Vecchio, Giacomo Parenti–, ovvero investimenti pubblici e privati che si combineranno".

L’intervento prevede la demolizione di gran parte dell’attuale ex Caserma e la realizzazione di un nuovo insediamento con un mix funzionale, articolato in diverse destinazioni d’uso: 36mila mq di residenziale (Social Housing), 4mila di commerciale, 6mila di direzionale, 5mila di turistico-ricettivo e 2mila di industrialeartigianale per una superficie utile lorda complessiva di 53mila metri quadrati.

Il piano passerà ora all’esame del Consiglio comunale per l’adozione.

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