L’incubo dei vicini di casa Condanna confermata in appello

Dispetti e minacce per un contenzioso sull’uso di uno spazio comune alle due case

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La condanna allo stalker dei vicini di casa è stata confermata dalla corte d’appello: un altro passo verso la definitività della pena di quello che, a Firenze e provincia, è stato il primo verdetto relativo a una “persecuzione condominiale“.

Un anno, la pena inflitta a Massimo Parronchi, 63 anni, consulente finanziario. I fatti a lui contestati, si riferiscono a un’abitazione fuori Firenze, dove vivono più famiglie. In questo contesto una coppia di sposi, esasperata da anni di screzi, decise a suo tempo di denunciare il promoter, proprietario dell’appartamento contiguo. La querela fece aprire un procedimento penale sfociato nel processo.

Secondo la ricostruzione, le frizioni tra l’imputato e la coppia di vicini sarebbero partite dall’uso di uno spazio comune, un cortile adibito a parcheggio. L’area è in comproprietà e l’imputato avrebbe preteso di ottenere la proprietà esclusiva. "Io vi dico che quel terreno a voi non serve, e voi non lo userete", le prime frase urlate, secondo le imputazioni, a partire dal maggio del 2013.

Ma dalle prime manifestazioni estemporanee d’insofferenza, non avendo ottenuto quanto desiderato, il vicino avrebbe iniziato a compiere atti di carattere continuativo e persecutorio. Una escalation di dispetti e frasi pesanti, ingiurie che con il tempo sono diventate minacce.

"Prendo il fucile e vi faccio fuori tutti", "Allora non avete capito, io vi rovinerò". All’insaputa dei vicini, il consulente finanziario avrebbe poi potato la loro siepe, cercato di colpirli con un sasso quando la coppia si trovava nel parcheggio, rendere impossibili le manovre posizionando la propria auto a ridosso di quella degli altri.

Quando, stremati, gli sposi, assistiti dall’avvocato Francesco Bellucci, hanno sporto denuncia nei suoi confronti, il vicino oltre a proseguire nelle intimidazioni, avrebbe a sua svolta fatto querele e avviato un procedimento civile nei loro confronti. La coppia ha infatti affrontato sette cause per questioni di vicinato, tutte vinte.

La condanna confermata ieri dalla corte d’appello , racchiude i fattiaccaduti fino al maggio del 2016. Per episodi successivi, è stato avviato un secondo procedimento che il prossimo 26 aprile approderà dinanzi al giudice Frangini per un giudizio in abbreviato.

ste.bro.

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