Libri e sedie, la scuola si fa sul marciapiede

Venti studenti del liceo Castelnuovo a lezione dalla prof in strada: "Didattica da casa? Un flop. Dopo un mese volevamo rivederci"

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Si sono ritrovati in 20, su 27. Insomma, era quasi al completo la terza A del liceo scientifico Castelnuovo, che ieri mattina si è data appuntamento in via della Colonna, davanti all’ingresso della succursale della scuola. Sedie, computer, libri e tablet: tutto quel che occorre per seguire in presenza, in perfetta sicurezza, tutte le lezioni della mattina, tra fisica, religione, storia, italiano e un po’ di teoria di educazione fisica. "Volevamo finalmente rivederci, dopo un mese trascorso via web", sorridono i ragazzi. Con loro, anche alcuni genitori, "emozionati" per questa "lezione in presenza che vuole ancora una volta ribadire l’urgenza di un rientro in classe al più presto".

L’iniziativa è stata organizzata dal sempre più agguerrito comitato Priorità alla scuola, capitanato dalla professoressa universitaria Costanza Margiotta, che annuncia per sabato una manifestazione davanti alla Regione, in piazza Duomo. "Adesso basta: la misura è colma - dice Margiotta -. In Europa scuole aperte e la curva dei contagi è scesa, qui la curva scende e le scuole restano chiuse". "È una grande emozione rivedervi, ragazzi - dice la professoressa Rosa Gaglioti, prima di iniziare la sua lezione di Storia -. Abbiamo tutti il bisogno di rientrare in aula". E poi: "Ragazzi, mi sentite bene da casa?". Certo, perché in 7 sono collegati via Meet, tramite il tablet che la prof ha in mano. Giuseppe Matteo non ha dubbi: "In Dad non si impara granché. Poi manca il rapporto sociale". Che a distanza "si studi male" lo dimostrano "i risultati del compito di latino", ammettono i ragazzi. "Già è una materia ostica per noi. Se poi la facciamo in Dad, ancora peggio…". Francesco Miniati temeva addirittura che la scuola non riaprisse a settembre: "Speriamo di rientrare dopo la Befana perchè abbiamo tutti bisogno della vera scuola". Quanto all’idea di far lezione anche la domenica, i ragazzi sono netti: "No, sarebbe eccessivo. Giusto invece spalmare le lezioni lungo l’arco della giornata".

C’è tanta voglia di stare insieme. "Passiamo le giornate chiusi in casa, a studiare o a fare videochiamate tra noi - dice Bianca Longagnani -. La sera sono più stanca del normale e mi bruciano gli occhi". Luca Degl’Innocenti è un genitore: "Vivo la Dad anche dall’altra parte della barricata, visto che sono un docente universitario. Anche per noi è frustrante perchè non si stabilisce la stessa interazione dinamica coi ragazzi. Per i giovani, vivere la stessa esperienza in aula significa potenziare l’apprendimento". "Potenziamo i mezzi pubblici e facciamo tornare in classe i ragazzi", la richiesta dei genitori. "La scuola deve essere una priorità". Concetto ribadito dai 50 professori del Castelnuovo che in una lunga lettera indirizzata alle istituzioni hanno sottolineato l’urgenza di un rientro tra i banchi.

Elettra Gullè

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