FRANCESCO QUERUSTI
Cronaca

L’esempio del Lanciotto: "Possono non giocare se il sacrificio è troppo"

Il Ramadan nel calcio: i giocatori musulmani affrontano il digiuno con sacrificio e determinazione, gestendo la nutrizione con attenzione. Il Lanciotto Campi si adatta alle esigenze religiose dei tesserati.

L’esempio del Lanciotto: "Possono non giocare se il sacrificio è troppo"

L’esempio del Lanciotto: "Possono non giocare se il sacrificio è troppo"

Nel calcio, come in tante altre situazioni della vita, esiste il problema Ramadan. "Certo la situazione va affrontata con attenzione - afferma la segretaria del Lanciotto Campi, Tiziana Barnini - e le società, in accordo con i giocatori, cercano di essere di aiuto e prendendo le giuste decisioni. Noi abbiamo alcuni tesserati e dirigenti musulmani che devono fare il digiuno dalla mattina al sorgere del sole fino al tramonto. E in questo periodo di tempo che dura un mese non possono mangiare nè bere acqua. E’ giusto precisare che se per gravi e documentati motivi di salute, ad esempio se devono prendere degli antibiotici o antistaminici, possono interrompere il Ramadan e i giorni che non lo hanno osservato vengono recuperati alla fine".

Barnini tiene a precisare: "Per il settore giovanile e le scuole calcio le problematiche sono minori o quasi nulle perchè a 14 anni inizia l’insegnamento del Ramadan, ma l’obbligo scatta solo a 18, al compimento dell’anno che diventano maggiorenni".

A spiegare il comportamento dei giocatori è Cheikh Mbengue, senegalese musulmano dirigente e tesserato del Lanciotto Campi da diversi anni: "Il Ramadan non vieta di effettuare attività calcistica e sportiva. Quindi i ragazzi e anche i giocatori delle prime squadre possono continuare a giocare e allenarsi. Certo il problema della nutrizione va gestito con rispetto delle regole e la problematica è legata al non poter bere niente. Sta al giocatore decidere se ha la determinazione, la voglia e la capacità fisica di farlo. Alcuni proseguono, altri smettono di giocare per un mese. Però ricordo che una volta al giorno ci possiamo nutrire: si può fare la mattina prima dell’alba o dopo il tramonto. Il Ramadan dura un mese e per continuare l’attività sportiva bisogna adattarsi a dei sacrifici logistici e fisici. Ringrazio il Lanciotto per la disponibilità sempre dimostrata verso i musulmani che lo frequentano e per capire le loro esigenze religiose e di vita".