Le sfide di FdI: tubone e nuova ztl "Il candidato sindaco? Non un civico"

Il consigliere regionale Francesco Torselli analizza i nuovi rapporti di forza dopo il verdetto delle urne "Dobbiamo offrire una visione alternativa di città. E per il Comune pensiamo già a una rosa di nomi"

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di Emanuele Baldi

"La nostra vera forza? Essere coerenti. Da sempre". Francesco Torselli, volto storico della destra fiorentina, ha ancora le scorie della sbornia emozionale di domenica notte quando, seggio dopo seggio, ha scoperto insieme ai suoi una Firenze sì ancora avvinghiata con le unghie al fortino dem ma certo non più totalmente sbilanciata sul versante sinistro. Una città insomma ora davvero contendibile.

Torselli, FdI ha fatto un risultatone. Meno bene Forza Italia e la Lega. D’ora in poi in città l’ultima parola spetta a voi?

"Non la metterei in questi termini. Diciamo che a livello di numeri il centrodestra sarà a trazione Fratelli d’Italia ma a Firenze siamo sempre stati molto compatti. Rapporto paritetico, anche quando Salvini a livello nazionale volava e noi eravamo al 3%".

Sarà lei la figura guida di FdI?

"C’è un segretario che è Jacopo Cellai e un capogruppo in Comune che è Alessandro Draghi. Io ho un altro ruolo e posso fare da tramite tra Palazzo Vecchio e la Regione e tra la Regione stessa e il governo, quello sì.

Tre sfide per la Firenze del futuro ora che siete più forti.

"Premessa: se continuiamo a parlare di parchetti pericolosi, di un percorso diverso del tram e via dicendo siamo destinati a continuare a perdere".

Sono le vostre battaglie.

"Sì, ma ci sarà un’"agenda Nardella" che parlerà di mobilità e sicurezza e se lo inseguiamo solo contestandolo non andremo da nessuna parte".

Il piano B?

"Una visione di città non che va allo scontro ma che sia alternativa".

Qualche esempio?

"La Ztl. E’ stata concepita nel 1988 quando ancora c’era la benzina rossa e il centro storico era omogeneo. Oggi, che ci sono auto ibride, ha ancora senso chiudere tutto? Ci siamo ritrovati con un centro spezzettato dove l’Oltrarno è diventata la zona della movida, quella della stazione dei servizi... E in tutto questo sono spariti i fiorentini, le botteghe, la socialità. E anche questi benedetti tavolini: basta con le ’battagline’ di un metro più in là e uno più in qua...".

Lei li vuole in strada?

"Certo preferisco che in piazza San Lorenzo la sera ci siano amici che bevono un calice seduti piuttosto che gli spacciatori. A tal proposito anche le associazioni di categoria dovrebbero smettere di essere ambigue...".

Si spieghi meglio.

"Ogni giorno danno battaglia al Comune e poi salta fuori Confcommercio e dice che Gianassi in Parlamento è frutto della sua ’buona politica’. Ma come? Ha fatto l’assessore alle attività produttive e lo contestavate...".

Altre sfide?

"Le infrastrutture. La città è paralizzata. Continuiamo a parlare altri 30 anni dell’aeroporto senza fare la pista? Bene, meglio allora spendere soldi per fare il famoso ’tubone’ da sud a nord".

Prima Valentino, poi Galli, Bocci. Per il 2024 presenterete un’altra volta il candidato sindaco all’ultimo tutto?

"Non è una questione di tempi ma di ruoli. Il candidato civico aveva un senso finché tra noi e il centrosinistra c’erano 20 punti di distacco. Ora non più".

Avete già in mente qualcuno?

"No, ma è bene che FdI cominci a interrogarsi per tempo".

Potrebbe essere lei.

"Io ho preso un impegno per la sfida delle regonali del 2025. Ci sono ottimi consiglieri comunali. Pensiamo a una rosa di nomi"

Dove siete cresciuti di più?

"Ci siamo confermati primi alle Piagge, abbiamo vinto a sorpresa al seggio vip di Arcetri e in uno storico della sinistra, Vittorio Veneto. Credo per le battaglie per la legalità alle Cascine".

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