SANDRA NISTRI
Cronaca

"Le mie pecore decimate dai lupi Zero ristori: ho deciso di chiudere"

La denuncia di Calamai: "Adesso attaccano anche di giorno e combattono con i cani da guardia". .

"Le mie pecore decimate dai lupi  Zero ristori: ho deciso di chiudere"

"Le mie pecore decimate dai lupi Zero ristori: ho deciso di chiudere"

di Sandra Nistri

Ha dovuto rassegnarsi a dire addio al suo allevamento di pecore, per il quale aveva lavorato tanto. Una scelta difficile ma inevitabile, per Simone Calamai, titolare dell’azienda agricola che porta il suo nome in via di Barberino, nella frazione collinare de Le Croci. La causa? Le ‘incursioni’ sempre più frequenti e ravvicinate di animali predatori: "Ho dovuto vendere tutte le pecore e chiudere l’allevamento – spiega – perché in questi ultimi mesi abbiamo dovuto subire degli attacchi da lupo persino di giorno. La situazione è diventata insostenibile perché nelle nostre zone, Le Croci di Calenzano e il Mugello, il numero di questi animali è fuori controllo, e siccome non trovano più selvaggina per alimentarsi – ad esempio hanno praticamente estinto i caprioli – attaccano gli animali domestici, pure di giorno quando i cani sono a riposare".

Simone ha assistito a uno di questi episodi in pieno giorno: "Durante l’ultimo attacco, a giugno – racconta – c’erano cinque esemplari che combattevano con i cani: avevano il manto di colore diverso, due erano grigi, uno scuro, sul nero, due rossicci. A mio avviso non erano lupi puri ma ibridi. In tutti questi anni non avevo mai avuto attacchi durante il giorno ed è stata una cosa molto brutta da vedere. Addirittura non ho ritrovato delle pecore e degli agnelli, ad altri ho dovuto ricucire e curare profonde ferite".

Il problema è tangibile anche dal punto di vista economico. Da qui Simone Calamai ha maturato la sua scelta, considerando anche la mancanza di ristori per i danni subiti: "Ho sempre fatto denuncia al Servizio veterinario dell’Asl per i capi non ritrovati – sottolinea – ma non ho mai ricevuto un euro di rimborso in tutti questi anni dalla Regione. Gli animali predati, fra l’altro, erano tutti selezionati e iscritti all’anagrafe e avevano un valore di almeno 600-700 euro a capo. In questi ultimi cinque-sei anni ne ho persi almeno una ventina. Il problema vero è che, se non verranno presi provvedimenti, prima o poi nei nostri boschi ci saranno attacchi anche agli umani: uno scenario assolutamente da scongiurare".