L’Art Bonus anche per i Caffè storici Il grido di dolore dei locali: più tutele

Ieri il primo forum organizzato al Caffè Paszkowsky. E il sindaco Nardella lancia l’idea del vantaggio fiscale. Cursano (Fipe): "Rischiamo che questi luoghi della storia ci vengano portati via dalle multinazionali"

Primo forum organizzato al Caffè Paszkowsky da ‘Gli storici’ di Fipe, l’associazione di Confcommercio che rappresenta gli esercizi commerciali con almeno 70 anni di attività e il sindaco Dario Nardella ne ha approfittato per lanciare l’idea di una estensione dell’Art Bonus. "Tenendo conto che le imprese di locali storici sono un numero molto ridotto l’idea potrebbe essere quella di estendere l’Art bonus, che è una delle misure più importanti che il governo nazionale ha adottato per merito del ministro Franceschini, gradualmente anche a immobili di proprietà privata laddove c’è un evidente interesse culturale che riguarda la comunità". "Sono convinto – ha proseguito – che il compito di promuovere e tutelare il patrimonio culturale non spetti solo ai poteri pubblici, ma anche alla società civile e al mondo delle imprese. Per questo il mondo delle imprese va aiutato".

Gli esercizi storici associati a Fipe-Confcommercio chiedono infatti una tutela anche attraverso una fiscalità di vantaggio. "Abbiamo bisogno di maggiori tutele – ha affermato Alessandro Cavo, presidente de ‘Gli Storicì – di essere considerati per quello che siamo: qualcosa che attrae ormai da molti anni turisti, viaggiatori, ma anche abitanti delle nostre città che non rinunciano a prendere un caffè nel loro locale storico, perché fa parte della propria tradizione". Il presidente di Fipe Toscana, Aldo Cursano, ha sottolineato che "oggi noi siamo qui non solo a lanciare un messaggio d’allarme, ma anche a portare proposte che stanno prendendo corpo, perché rischiamo che anche questi luoghi della storia ci vengano portati via dalle multinazionali che hanno cominciato già a metterci le mani".

Sono poco meno di 200 i pubblici esercizi che in tutto il Paese potrebbero vantare il blasone Fipe di ‘’Storico’’. Sono luoghi delle città dal valore culturale, economico e sociale preziosissimo che non solo hanno attraversato la storia dell’Italia, ma l’hanno anche letteralmente ospitata. Questi locali hanno visto passare, tra il Settecento e l’inizio del secolo scorso, le personalità che hanno fatto l’Italia, e spesso anche gli italiani. Tanti gli ospiti presenti ieri: da Gilberto Pichetto Fratin a Dario Nardella, da Davide Rampello a Stefano Bertocci, da Paolo Restuccia a Alex Revelli Sorini a Carlo Conti.

Ma ieri quella dei locali storici è stata anche l’occasione per tornare sulla legge di iniziativa popolare per la tutela dei centri storici che il sindaco Nardella ha presentato lunedì in consiglio comunale. "Qualcuno lo doveva fare – ha commentato il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, stante l’inerzia del Parlamento su un tema vitale, per la nostra economia e per la nostra intera vita sociale. A Firenze abbiamo già fatto molto, col contingentamento delle attività, per esempio della somministrazione. Con questa proposta di legge si va oltre e si disegna il futuro dei nostri centri storici. Confcommercio Firenze ha espresso al sindaco Dario Nardella, l’apprezzamento ed il sostegno alla sua proposta di legge di iniziativa popolare per la tutela dei centri storici fornendo tutto il supporto necessario per la formulazione del testo". Pieno appoggio anche da parte di Confesercenti: "Condividiamo totalmente lo spirito e la “ratio” della proposta che si delinea attorno a quattro obbiettivi principali: incentivare il ritorno dei residenti, ridurre gli affitti turistici, riqualificare gli immobili storici, preservare il tessuto economico e commerciale tradizionale". "Prima che patrimonio mondiale, il centro di Firenze – è il commento di Luca Tonini, presidente Cna Firenze – è patrimonio dei fiorentini: ogni iniziativa che favorisce questa riappropriazione non può che trovarci concordi".

"Da tempo – è il commento della presidente del gruppo Pd alla Commissione Cultura della Camera Rosa Maria Di Giorgi – riteniamo che solo attraverso un intervento legislativo ad hoc che strutturi un quadro normativo per la tutela, si possa superare l’empasse che attualmente rende difficile per i Comuni intervenire a difesa dei propri centri storici, vittime spesso di overtourism e di perdita di identità".

Pa.Fi.

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