La Tari sale del 6,1% nella Città Metropolitana. La Uil attacca

Lo studio del sindacato rivela il rincaro della tariffa sui rifiuti per famiglie e aziende: "Brutto segnale per chi fatica ad arrivare a fine mese"

Tari

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Proprio nell’anno della pandemia, nella Città Metropolitana di Firenze la Tari aumenta del 6,1%, l’incremento più alto tra le MetroCittà d’Italia. A dirlo è l’ultimo studio del servizio lavoro, coesione e territorio della Uil, che ha elaborato i costi in 105 città capoluogo di provincia prendendo in considerazione una famiglia composta da quattro persone, che vive in una casa da 80 metri quadrati e ha un reddito Isee di 25mila euro. Dal punto di vista dell’importo annuo, nella nostra città non si paga molto. Sono meno di 250 euro l’anno. Va molto peggio nelle regioni del sud, come Trapani, Crotone, Benevento, Agrigento, Reggio Calabria, dove la tassa sui rifiuti costa dai 493 ai 460 euro l’anno, quasi il doppio che a Firenze. Tari cara anche ad Asti, con una media di 455 euro l’anno, mentre la media nazionale si ferma a poco meno di 307 euro. Anche tra le città metropolitane, Firenze è tra le più economiche. A Milano, Genova, Torino, Venezia, Roma si paga di più. Fa meglio di Firenze solo Bologna, dove per la Tari una famiglia spende 248 euro e spiccioli.

Quello che però più colpisce è che nell’anno nero della pandemia, in piena crisi, le famiglie abitanti nella Città Metropolitana di Firenze si siano ritrovate a sostenere un incremento medio di oltre il 6 per cento della tariffa. Sono trenta le MetroCittà in Italia, Firenze compresa, che hanno scelto di aumentare la Tari. Prendendo in considerazione gli ultimi cinque anni, a Firenze la Tari è aumentata del 2,8%, diversamente anche da altre città toscane, come Grosseto e Pisa, in cui è scesa invece rispettivamente del 14,9 e del 12,3 per cento.

"In quasi tutte le città di Italia le amministrazioni comunali hanno deciso di diminuire o mantenere stabile la Tari, anche per effetto della crisi scatenata dalla pandemia. Va in controtendenza Firenze. Un brutto segnale per tutti quei lavoratori che fanno fatica ad arrivare a fine mese. In questo momento serve un sostegno alle famiglie. Servono anche investimenti sul ciclo dei rifiuti che consentano di creare le condizioni per un servizio più efficiente e una governance regionale per evitare differenze territoriali che pesino sulle tasche dei cittadini", commenta Annalisa Nocentini, segretario generale della Uil Toscana. E se le famiglie sono in difficoltà a sostenere i costi per i servizi, come quello per la raccolta e smaltimento rifiuti, ancora di più lo sono le imprese rimaste chiuse e che non hanno prodotto rifiuti. Il Comune di Firenze ha previsto degli sconti, ma, come emerge dell’osservatorio tasse locali Confcommercio, la Tari rappresenta un salasso sopratutto per alcune categorie economiche. Campeggi, distributori, impianti sportivi e autolavaggio pagano 6,7 euro al metro quadro per i rifiuti, 13,1 euro gli alberghi con ristorante, 9,8 euro quelli senza ristorante, 10,1 euro al metro quadrato per negozi, librerie, ferramenta.

Ancora peggio per le discoteche che, sempre secondo l’osservatorio Confcommercio, sono in cima alla classifica toscana con 15,1 euro al metro quadrato di Tari. Per tutte queste attività, per gran parte chiuse da quasi un anno, non è stata prevista l’esenzione. Idem per i musei, statali e comunali, che dovranno pagare la Tari anche se sono chiusi da un anno. Magra consolazione, potranno usufruire anche loro del 30 per cento di sconto previsto dal Comune di Firenze.

Monica Pieraccini

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