La storia di Raul, dal carcere al volontariato "Aiutare gli altri regala una grande felicità"

L’incontro con lo spettacolo e la recitazione è stato significativo come cammino di riabilitazione

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Il 4 marzo scorso è venuto a scuola Raul Guatteri, un ex detenuto che ha scontato la maggior parte della sua condanna nel carcere di Sollicciano, dopo aver soggiornato in quelli di Bari e Trani dopo una condanna per spaccio di droga. È entrato per la prima volta in prigione nel 1997, a 34 anni. Ha scontato complessivamente 10 anni, che si sono conclusi nel 2012. Raul ci ha raccontato che i primi tempi sono stati i più difficili, tanto che doveva prendere delle pillole per poter dormire. Poi è riuscito ad ambientarsi e a farsi anche delle amicizie. All’interno del carcere non c’è un abbigliamento obbligatorio, mentre il cibo è stato definito “pessimo e osceno”: il pranzo consisteva in pasta scotta portata alle 10,30, per cena una brodaglia distribuita alle 15,30. Nonostante la cella sia molto stretta, vi vengono messi tre letti a castello. La tv poi rimane accesa fino alle 11 di sera, così la confusione è grande e l’odore di fumo è ovunque.

Nonostante la Costituzione preveda che il carcere debba riabilitare e non semplicemente punire, per Raul l’unica esperienza davvero significativa è stato il teatro. Oggi lavora in una cooperativa che offre assistenza ai disabili: è stato il teatro a insegnargli che aiutare gli altri non solo è un dovere morale, ma regala una grande felicità.

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