La scuola è ossigeno per la società

Benedetta

Baldi *

Oggi è un giorno speciale, allegro, di speranza, di impegno, per l’intero Paese. Inaugurando con queste parole l’anno scolastico a Pizzo Calabro, il presidente della Repubblica ha sottolineato il profondo valore della scuola per la società intera. Stare insieme in classe è infatti un’esperienza intellettuale ed emotiva come ci insegnano gli antichi maestri, che passeggiavano dialogando con i loro allievi. I lunghi periodi di insegnamento a distanza hanno certo aperto nuove frontiere per l’utilizzo di dispositivi sofisticati ma hanno anche tecnocraticizzato la scuola tradendo la vera natura dell’apprendere, che è comunque partecipazione e cooperazione nella conoscenza. C’era una volta la Scuola, con gli alunni, la maestra (unica) e il gusto di insegnare e di imparare. Poi sono arrivati gli aa, gli at, gli ad, gli adhd, i bes, la dad, i dsa, la fad, il gae, il gm, la lim, la lis, i mooc, i pdp, pia, pep, pon, por, rav… e niente è stato più come prima. "I pubblici atti e le leggi sono scritte in una cotal lingua bastarda che le ignude frasi suggellano la ignoranza e la servitù di chi le detta" scriveva Foscolo. La logica computazionale che guida la complessità virtuale indebolisce la libertà d’insegnamento a favore di caselle da riempire con crocette e domande per rispondere alle quali occorre spesso mettere a tacere ciò che il pensiero critico suggerirebbe. Ma apprendere non è imprimere sulla ‘cera molle’ il risultato di una sigla, ma attivare la ricca dotazione e la plasticità cerebrale degli studenti al fine di sviluppare conoscenze e abilità quali scrittura e lettura, calcolo e matematica, la capacità di comprendere un testo, la comprensione della scienza, il significato della storia. Il ritorno nella classe tradizionale è quindi il ritorno alla vita, dove l’interazione tra persone crea la situazione e il contesto, cioè quell’insieme di contenuti e informazioni, implicazioni, ipotesi e conoscenze, emozioni, che solo lo scambio reale riesce a generare.

* Presidente dei corsidi laurea in Comunicazionedell’Università di Firenze

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