La rabbia in piazza, per il Figline penalizzato

I tifosi: "Una punizione ci stava, ma così è troppo. Hanno voluto favorire il Livorno che ha seimila persone allo stadio. Una figura ridicola"

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di Manuela Plastina

"Una punizione ingiusta contro una città e una comunità intera". Figline si schiera al fianco della sua squadra di calcio. Il verdetto del tribunale federale territoriale sui fatti accaduti nella partita contro il Tau Altopascio, che condannano a un altro anno nel campionato di eccellenza invece della promozione in Serie D, per i cittadini di Figline è troppo severa. "Una punizione ci stava: l’hanno fatta troppo sporca per non subire qualche conseguenza. Ma così è troppo, non è giusto" dice Luigi a nome di tanti compaesani, per lo più pensionati, che come ogni mattina si ritrovano sulle sedie dei bar di piazza Marsilio Ficino.

Sul tavolo una copia de La Nazione, aperta sulle pagine del Valdarno e dello sport. E la testa che si scuote in segno di delusione mista a rabbia. "Abbiamo l’impressione che abbiano voluto favorire il Livorno verso la D, perché loro portano 5-6000 persone negli stadi, noi no. Ma è ingiusto: ci hanno fatto fare una campagna acquisti per la quarta serie e poi ci lasciano in Eccellenza", dice Enrico.

Una penalizzazione doveva esserci, ammettono. "Abbiamo fatto una figura ridicola a livello nazionale – sottolinea Lorenzo –. Il nome di Figline è stato abbinato a un episodio di brutto calcio davvero assurda. È avvilente".

Ma dover abbandonare il traguardo della D raggiunto con impegno, fatica e onore (fino almeno alla partita dell’11 maggio) non è giusto. "Quei 5 minuti di follia ci hanno messi in ginocchio", sottolinea Sandro. La soluzione corretta, suggeriscono ai giudici i cittadini e tifosi del Figline, sarebbe stata "promuovere la squadra in D facendola partire con una penalizzazione di 5, 10, anche 15 punti. Così invece non ha senso".

Critiche anche al regolamento dell’eccellenza "che non premia chi vince il suo campionato con oltre 10 punti di vantaggio, costringendo a spareggi che possono vanificare tutto. Ma è un problema delle società e dei presidenti: dovevano ribellarsi e dire no".

Sconforto e amarezza si abbinano alla speranza che ci possa essere qualche svolta significativa, magari con un ricorso affidato agli avvocati Bagattini e Renzi, come scrive la società al proscioglimento del presidente Simone Simoni dall’accusa di illecito sportivo: la decisione, dicono, "ha sancito la totale estraneità dei vertici societari dai fatti relativi a Tau-Figline, restituendo così alla società l’onore da più parti, con troppa superficialità e sommarietà di giudizi, fino ad oggi messi in discussione".

Dal Comune invece nessun commento, per ora: l’assessore allo Sport Enrico Buoncompagni preferisce attendere la fine del procedimento federale per esprimere pubblicamente la sua opinione.

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