Don Francesco
Vermigli
La presunzione è una brutta bestia. Presumere vuol dire pretendere di sapere e di conoscere. Facciamo attenzione: pretendere di sapere, appunto, non sapere. Il mondo è pieno di gente che pensa di sapere, di conoscere. Il guaio è che inganna se stesso e ingannando se stesso, inganna anche gli altri.
Il Vangelo di questa domenica (Luca 6,39-45) è come diviso in due grandi parti. E la prima di queste è proprio una risposta alla presunzione dell’uomo. Sono due le immagini usate da Gesù; la seconda conosciuta a chiunque. Nella prima dice che non è possibile che un cieco guidi un altro cieco. Nella seconda – ben conosciuta, come si diceva – fa sorridere quest’uomo che va in giro a giudicare gli altri e vede la pagliuzza negli occhi delle persone, mentre non vede la trave che è nel proprio occhio. Il giudizio è una cosa seria; ma quando nasce dalla presunzione di sapere e di conoscere e dalla presunzione di essere superiori, nello stesso tempo fa ridere ed è tragico.
Sì, è anche tragica questa presunzione; come si vede dalle notizie di questi ultimi giorni. Potenti che presumono sapere e pretendono guidare popoli ed eserciti. Ma questa presunzione li inganna; e ingannando loro, inganna anche tutti gli altri. Mancano di luce e assomigliano a quei ciechi che guidano i ciechi verso un baratro. Su quel baratro ci sono i più poveri e gli ultimi. Su quel baratro ci siamo tutti. A meno che non si risveglino le coscienze e la luce della verità illumini le tenebre della presunzione, della brama di potere e della superbia.