Il canto dolente di un gruppo di ucraini saliti sul bordo della Loggia dei Lanzi con la bandiera della Repubblica azzurra come il cielo (simbolo di pace) e gialla come i campi di grano (simbolo di prosperità), suggella la manifestazione-presidio Firenze per la pace in piazza della Signoria, alle cinque della sera: una preghiera collettiva, laica e religiosa contro la guerra. Questa e tutte. Sull’arengario di Palazzo Vecchio ci sono le istituzioni politico-amministrative-sindacali e religiose, almeno di molte confessioni religiose (ecco il rabbino capo Gadi Piperno e l’imam Izzedin Elzir); appena sotto i partecipanti (2-3mila per certe fonti, 5mila per altre).
In alto i cuori e i cartelli Stop war Save Ukraine. Sventolano o sono portate sulle spalle a mantellina le bandiere della pace. Parla l’arcivescovo Giuseppe Betori: "Oggi (ieri, ndr) è successo un fatto importante. Il Papa all’Angelus ha citato la Costituzione italiana, un articolo tra quelli a cui ha lavorato Giorgio La Pira dove si dice che ’l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali’". Il sindaco Nardella con il primo cittadino di Atene Bakoyanni chiede – a nome di tutti – che "si apra immediatamente un negoziato per la pace a oltranza". Poi il presidente della Toscana, Eugenio Giani: "Assistiamo a scene drammatiche a cui ci dobbiamo ribellare facendo appello all’umanità che va al di là di ideologie e schemi". Nardella e Giani ’scortano’ poi Oxana Polataichouk, assistente al consolato d’Ucraina a Firenze: "Stanno radendo al suolo le nostre città, muoiono anche i bambini. Il vostro supporto non ha prezzo, siete un popolo straordinario". "Una bella piazza partecipata da tanti cittadini, lavoratori e lavoratrici" dice infine Paola Galgani segretaria generale Cgil Firenze. All’imbrunire i colori della bandiera della pace hanno colorato Palazzo Vecchio.
giovanni spano