REDAZIONE FIRENZE

La musica classica tutta da ridere. Sul palco ci sono Igudesman e Joo

Dopo un tour sold out nel mondo, il duo domani sera a Fiesole con ‘Coda – The final nightmare music’

Il duo formato dal violinista russo Aleksej Igudesman e dal pianista anglo-coreano Richard Hyung-ki Joo.

Il duo formato dal violinista russo Aleksej Igudesman e dal pianista anglo-coreano Richard Hyung-ki Joo.

La musica classica fa emozionare, qualcuno ha detto che fa rilassare. Ma c’è anche chi, attraverso la classica, vuol far divertire. E da oltre venti anni ci riesce, con tour sold out in tutto il mondo e oltre 30 milioni di stream. Sono Igudesman & Joo, il duo formato dal violinista russo Aleksej Igudesman e dal pianista anglo-coreano Richard Hyung-ki Joo, che domani sera alle 21,15 sarà al Teatro romano di Fiesole per il loro ‘Coda – The final nightmare music’. Un ritorno live che segna l’ultimo appuntamento di un tandem musicale che ha emozionato tutti i continenti con i loro virtuosismi e umorismi fatti di ‘I Will Survive’, Mozart e James Bond. Un duello sulle note di colonne sonore e sinfonie, in mezzo a misteri, con lo svelamento dell’identità di Elisa di Beethoven e risposte a domande che da sempre non trovano risposta. Perché in fondo, quanto grandi erano le mani di Rachmaninoff? Impossibile saperlo, ma il duo è pronto ad assicurare una risposta certa. A fidarsi, poi, dovrà essere il pubblico. Un caleidoscopio di ironia e umorismo, sempre colto e raffinato, che può entusiasmare neofiti e cultori. Perché in fondo loro sono musicisti di rigorosa formazione accademica, che non hanno nessuna voglia di rimanere nelle regole. Trasgredirle, anche attraverso comicità surreale e slapstick, è un obbligo. A spiegare il loro progetto, poi, sono proprio loro, Igudesman & Joo, che affermano: "Questi vent’anni sono volati, ma ci siamo divertiti reinventando Mozart e Beethoven con l’obiettivo di far ridere il pubblico".

Una scelta di campo dovuta al fatto che "non abbiamo mai amato l’atmosfera rigida dei concerti, né lo stigma secondo il quale la musica debba essere "seria". Siamo sempre stati compositori nell’anima e quest’aspetto sta diventando sempre più centrale nelle nostre vite". Per questo, quindi, è stato necessario "offrire al pubblico un ultimo spettacolo in duo anche per raccontare il dietro le quinte dei nostri spettacoli. Sveleremo alcuni segreti seri dei nostri sketch meno seri, una dicotomia nella quale ci crogioliamo volentieri".

Lorenzo Ottanelli