La morte di Erriquez della Bandabardò: inventò la via toscana al folkrock

Le parole di Giuseppe Barone, caporedattore musicale di Controradio

Erriquez

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Firenze, 15 febbraio 2021 - Non è un caso se l'ultima intervista Erriquez l'ha rilasciata a Controradio, in occasione dell'ultimo Rock Contest: il rapporto tra la storica emittente toscana e la Bandabardò è stato da sempre 'speciale'.  Condito da una comunanza di sentire che andava oltre l'ambito prettamente musicale. Di Erriquez, della sua carriera, dagli esordi al successo, e della sua eredità, abbiamo parlato con il caporedattore musicale di Controradio Giuseppe Barone.

Giuseppe Barone, caporedattore musicale Controradio
Giuseppe Barone, caporedattore musicale Controradio

Cosa ha rappresentato la figura di Erriquez per la scena musicale fiorentina e Toscana? "Le canzoni di Erriquez con la Bandabardò, ma soprattutto i loro concerti, hanno rappresentato fin dagli esordi una presenza costante e festosa, un’occasione per fare comunità e per riconoscersi, quasi un rito collettivo che ha contribuito a definire le coordinate della toscanità contemporanea 'colta' multiculturale, fortunatamente ben lontana dalle facili caratterizzazioni vernacolari. Devo dire, in tutta onestà, che sebbene in tanti abbiano provato a seguirne le orme, la loro proposta rimane comunque unica e difficilmente imitabile". Quale è stato secondo te il tratto piu' evidente della sua parabola artistica? La scrittura di Erriquez, sicuramente molto caratterizzata e riconoscibile, fu, a suo tempo, una scelta di rottura con la tradizione precedente che vedeva un certo tipo di musica declinato solo con la lingua inglese. Quando i Vidia (il suo primo gruppo) vinsero il Rock Contest di Controradio nel 1988 con una proposta di “rock” in italiano, si inserivano proprio in quel filone, a suo tempo, pionieristico di fusione fra rock di matrice anglosassone e cantautorato. Sicuramente la cifra stilistica della sua produzione resta però l’intreccio di storie, suggestioni e luoghi, con slanci vitalissimi e malinconie, sempre alla ricerca di una dimensione quanto più possibile umana”. Che ricordi personali hai? Incontrato più e più volte, una persona sempre gentilissima e disponibile, discreto e sensibile, anche molto ben disposto verso la scoperta e valorizzazione dei giovani artisti. L’ultima volta che che ci siamo visti, proprio un paio di mesi fa, fu in occasione di una delle puntate della “Computer Age Edition” del Rock Contest, fu bello e curioso vederlo commuoversi ricordando i suoi primi passi proprio nella stessa manifestazione. Il rapporto tra Controradio e la band… Una storia osmotica e parallela, con vicinanze di sentire e di pubblico, le occasioni di interazione sono state mille, dalle feste in piazza ai concerti in radio. Per noi è motivo di orgoglio ma anche di tristezza aver ospitato per il Rock Contest il suo esordio assoluto nel 1988 e la sua ultima apparizione pubblica lo scorso autunno. Cosa lascia in eredità? Questa è una domanda difficile e si presta a riflessioni complesse. La musica della Bandabardò è una musica per corpi, corpi che ballano, sudano, urlano insieme pigiati davanti ad un palco, l’esatto opposto di quello che la “nuova normalità” sanitaria sta prospettando per i nostri prossimi anni, una musica per eventi collettivi lontani anni luce dalla fruizione isolata ed individuale della nuova musica. L’eredità, se ci sarà, sarà un buon segno per un mondo che potrà tornare a gioire insieme.

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