L’urlo disperato dalle discoteche "Costretti a chiudere i nostri locali"

Protesta ieri pomeriggio in piazza Strozzi dei lavoratori dei locali da ballo, ormai fermi da mesi. Appello al governo da dj, musicisti, organizzatori di eventi, camerieri, ristoratori, addetti alla sicurezza

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‘Uniti per vivere’ alcuni dei dj più noti di Italia sono scesi in piazza per chiede al Governo di non dimenticarsi di un settore che nello Stivale produce 4 miliardi di euro. Così ieri in piazza Strozzi, dj, musicisti, artisti, organizzatori di eventi, barman, camerieri, ristoratori, gestori e addetti alla sicurezza si sono riuniti per sensibilizzare, attraverso la musica, le istituzioni governative e regionali. "Ci hanno fatto aprire e richiudere i locali lasciandoci a noi stessi – spiega il dj pratese Agostino Presta in arte Ago, promotore dell’iniziativa –. Molti di noi perderanno il lavoro, altri saranno costretti a chiudere l’attività su cui avevano investito un’intera vita. Noi rispettiamo le decisioni del Governo ma che qualcuno faccia qualcosa per permetterci di andare avanti".

Sul palco anche il noto dj Enrico Tagliaferri che dal suo microfono ha sottolineato la drammaticità della situazione: "Non lavoriamo da marzo e per noi non c’è ancora una data certa di riapertura. Non dimentichiamoci di tutto l’indotto: tecnici, artisti, steward, camerieri, ballerine... E’ vero, il settore del divertimento non è un servizio essenziale e ce ne sono di più importanti, ma anche noi siamo lavoratori e le nostre sono aziende con migliaia di famiglie sulle spalle".

Dal 13 giugno, data in cui la Regione Toscana ha autorizzato l’apertura dei locali da ballo, solo il 15% delle 35 discoteche fiorentine ha ripreso l’attività. L’85% non lavora dal mese di febbraio. A rischio ci sarebbero almeno 2mila posti di lavoro solo nella provincia di Firenze.

"E’ assurdo ritenere noi i responsabili dell’aumento dei contagi, siamo stanchi di essere considerati gli untori quando la maggior parte dei casi risultati positivi sono dovuti a rientri dall’estero. Sono mesi che non lavoriamo, qualcuno faccia qualcosa", sottolinea il dj Marco Laschi.

In piazza Strozzi anche alcuni rappresentanti delle discoteche. Per esempio, Clelio Gallelli, socio dell’Otel ha deciso di volerci provare riaprendo la discoteca di via Generale Dalla Chiesa a fine settembre con una formula nuova: un lounge bar con musica ma senza l’attività di ballo. "Speriamo così di poter riprendere almeno la metà del personale – dice -, lo facciamo per i nostri dipendenti sperando poi di poter ripartire il prima possibile e comunque non appena ci saranno le condizioni". "Abbiamo ritenuto importante essere presenti – conclude Pasquale Naccari, portavoce dell’associazione dei ristoratori – per alzare insieme la voce contro il Governo, che non può continuare a fare orecchie da mercante. I contagi aumentano, le riaperture delle discoteche slittano e non si possono risolvere i problemi trasformandole in ristoranti. E’ un grido di allarme, quello del mondo della notte, che crediamo sia necessario ascoltare".

r.c.

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