L'ombra dei clan in Toscana. Le rivelazioni del pentito. "Qui è meglio del bancomat"

Dalla camorra fino a Licio Gelli: con la ’monnezza’ si sono fatti grandi affari. Il viaggio dei rifiuti nei maxi-processi contro la criminalità organizzata

L'ombra dei clan in Toscana

L'ombra dei clan in Toscana

Firenze, 22 aprile 2021 - "Dottò ma quale droga. La monnezza! la monnezza è oro!" dice Nunzio Perrella, boss camorrista pentito del Rione Traiano di Napoli nel corso del processo (2016-2017) a oltre trenta esponenti del clan. Non è l’unico a parlare di Toscana & Rifiuti.

Il 25 novembre 2016 Perrella, sul traffico di rifiuti tossici parla di una "strada clandestina ma ancor più redditizia: far transitare e ‘ricoverare’ decine di tir stracolmi di rifiuti tossici in centri di stoccaggio in Toscana e in Umbria dove il materiale destinato alle discariche in Campania – riclassificato in modo fraudolento – diventava ‘non pericoloso’. La trasformazione avveniva solo sui documenti di trasporto, i carichi mica venivano controllati.

Le discariche pubbliche erano proprietà dei clan dell’Alto Napoletano e del Basso Casertano, i quali controllavano legalmente gli invasi attraverso ‘scatole cinesi’. L’organizzazione è tale perché ognuno ha un suo ruolo (criminale) ben preciso. Gaetano Vassallo per esempio, ritenuto per vent’anni uno degli strateghi dello smaltimento rifiuti tra Napoli e Caserta, definito ‘ministro dei rifiuti dei casalesi’.

Arrestato tre volte, assolto nel 2008 poi pentito sotto protezione, ha rivelato ai magistrati: "Abbiamo scaricato tutti i fanghi della conceria di Santa Croce sull’Arno... Gli uomini del clan avevano una base in Toscana. Il primo del mese andavo in Toscana a incassare da 700 a 900 milioni di lire. Meglio di un bancomat".

I primi verbali di Vassallo raccontano fatti ricostruiti molti anni fa dai carabinieri del Nucleo operativo di Napoli (inchiesta Adelphi): furono accertati rapporti tra camorristi, ecomafiosi e ‘fratelli’ di due logge del centro-nord.

In particolare, fu scoperto dagli inquirenti che una delle società della holding, la Ecologia 89, avrebbe avuto rapporti stabili con Gelli, la cui villa a Castiglion Fibocchi fu perquisita il 30 marzo ’93. Oltre a Vassallo ‘fotografava’ la situazione l’avvocato Cipriano Chianese con Vassallo titolare di sversatoi ‘autorizzati’ a Giugliano.

Un’altra fonte parlò di rifiuti speciali da Santa Croce, ma anche dall’area bresciana, da Firenze, da Prato, da Lucca e dalla zona di Viareggio. Tutti prodotti da industrie e destinati alle discariche. Il 7 aprile 2008 raccontò ai magistrati della Dda di Napoli con chi aveva gestito discariche, trasporto e smaltimento di scorie tossiche, rapporti di affari con camorristi e imprenditori.

g. s.

 

 

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