L’odio va di moda. Insulti a Armine, la modella di Gucci

Offese alla modella armena della casa fiorentina. Il suo viso fuori dai canoni classici scatena gli haters.

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di Emanuele Baldi

E’ una faccenda di Dna. L’estro fiorentino crea bellezza da sempre. Di più, la scova quando si annida, accende la luce quando si nasconde. E così fa Gucci che fa gonfiare il petto da un secolo alla città.

La maison fiorentina ha ingaggiato per le sue sfilate la modella armena Armine Harutyunyan, 23 anni e un viso dolcissimo. Il ’problema’ è che quel viso, sebbene affascinante, è spigoloso, accigliato, fuori schema. Quella di Armine è una bellezza da capire, non immediata perché scappa via dai canoni estetici ’sdoganati’ dal mondo e – ahinoi – dai social che prevedono volti arrotondati, nasini perfetti, labbra carnose.

Questo non è il volto della giovane armena e il web questa cosa non la perdona. E così spuntano come funghi su Facebook e Instragram (ma non solo) pesanti prese di giri, se non offese vere e proprio. Gonfie d’odio, sature d’invidia ("Se fa la modella quella lì io sono Miss Italia" posta Chiara). Le dicono di tutto, uomini e donne. Frasi quasi sempre irripetibili, ne annotiamo solo alcune (le meno volgari) per dovere di cronaca: "Non ho capito di che razza è", "E’ inguardabile, io spengo il pc", "Ma hanno capito di che sesso è?".

Una cattiveria gratuita – oggi si chiama body shaming – che affonda i suoi tentacoli dappertutto.

Armine, dimostrando un’intelligenza rara, ha sempre preferito ignorare gli odiatori seriali, sorvolare. Così come ha fatto la stessa casa di moda che continua a ribadire che la ragazza è tra le cento modelle più sexy del mondo. Non una provocazione, piuttosto la capacità di vedere oltre gli stereotipi, di invitare a trovare la bellezza anche quando non è dirompente e immediatea. Armine ha gli occhi scuri, uno sguardo nero pece che bua l’anima, un’aura di impermeabilità che forse riesce a salvarla dalla barbarie de mondo.

E così continua a sflare sicura in passerella, senza dar conto alle piccolezze umane che mai come in questi tempi marci saltano fuori in ogni dove. E un piccolo moto d’orgoglio, consentimocelo, è giusto che lo provi anche Firenze, madre di Guccio Gucci, capostipite della prestigiosa casa di moda.

Da qui infatti arriva la lezione forte contro un mondo amorfo che accetta solo bellezze ’codificate. Alessandro Michele, attuale direttore creativo di Gucci, tira dritto senza alcun tentennamento.

Prima o poi gli odiatori, gli haters, come il mondo moderno c’impone di chiamarli si stancheranno. Tanto oggi, anche la cattiveria viene subito a noia e necessita volta volta di un nuovo bersaglio. La bellezza di Armine – complessa è vero da decifrare, eppure impattante – non sfiorirà. Ed è questa la sua vittoria più grande.

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