L’incubo violenti in una Firenze troppo fragile

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Firenze, 30 ottobre 2020 - Una tensione rareffatta, impalpabile ma viva. Sfuggente. Come quel volantino digitale – da giorni operativo nella modalità schizofrenica di una pallina in un flipper in tilt su social e WhatsApp di cellulari – che invita a presentarsi stasera alle nove in piazza della Signoria per mostrare i muscoli alle restrizioni governative decise per contrastare il Covid. «Fate girare Firenze» c’è scritto sopra e, al fatto che l’invito contenga messaggi poco nitidi e che sia incorniciato nel disegno di un sinistro incendio che assedia la città, si somma l’apprensione per il font della scrittura molto simile a quello che ha dato il via ai disordini a Torino e assai in voga, secondo la digos, in certi mondi di estrema destra.

 

Firenze ha il fiatone, vuoi perché i tempi son quelli che sono, vuoi perché nessuno ha messo né faccia e né marchio su un appuntamento che, alla luce di quanto successo in altre città italiane, agita ora i sonni di tutti. Delle forze dell’ordine, pronte a monitorare con preventiva discrezione la piazza, del sindaco Nardella che parla senza mezze misure di "neofascisti che vogliono mettere a ferro e a fuoco la città". A prescindere dalle simpatie politiche della mano anonima che coordina la protesta (in un momento di caos anche cani sciolti antagonisti potrebbero unirsi all’ultimo) resta il fatto – grave, gravissimo – che per la manifestazione non sia stata chiesta alcuna autorizzazione e che pertanto questa sia fuorilegge.

Non c’è legalità in partenza in un’adunata convocata nella zona più preziosa della città,

nel suo scrigno dalle ginocchia di cristallo. La fragilità fisica del centro storico fiorentino come potrebbe ’contenere’ eventuali disordini senza riportare acciacchi? La Loggia dei Lanzi, la Galleria degli Uffizi, lo stesso Palazzo Vecchio. Quanti tesori in pericolo in una sola notte.

Può anche darsi che si tratti di un abbaglio collettivo, che alla fine in piazza si presentino commercianti e famiglie con bambini in disaccordo sulle azioni del governo. In tal caso – al netto della manifestazione non autorizzata – tireremmo tutti un grande sospiro di sollievo. La sensazione, purtroppo, è di altro genere. Possibile che ai contestatori si aggreghi una forte massa di persone – arrabbiate ma pur sempre pacifiche – ma ad ora non riusciamo ad impedire che aleggi intorno a noi il fantasma di una mano ’violenta’ dietro l’adunata.

 

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