L’incredibile storia di un palloncino: da Reggio Emilia fino a Scarperia con una lettera

Lanciato dai bambini di una scuola dell’Emilia Romagna

La cartolina inviata da scarperia

La cartolina inviata da scarperia

Scarperia (Firenze), 21 aprile 2019 - Da San Polo D’Enza, in provincia di Reggio Emilia a Scarperia. E' il viaggio di una letterina attaccata ad un palloncino azzurro che ha percorso più di 100 chilometri in quindici giorni. E’ una piccola storia che ha suscitato grande emozione nei bambini della scuola dell’infanzia di San Polo ed anche nella famiglia di Scarperia, con figli piccoli, che ha trovato il palloncino nel proprio giardino di casa e subito ha risposto al messaggio inviando alla scuola una cartolina di Scarperia.

Ecco cosa c'è scritto nella lettera ricevuta dalla scuola dell’infanzia di San Polo d’Enza: “Siamo i bambini della sezione E della scuola dell’infanzia Papa Giovanni XXIII di San Polo d’Enza, e vogliamo raccontarvi un fatto che ha dell’incredibile accaduto proprio alla nostra scuola. In questo anno scolastico abbiamo scelto come tema di lavoro “il viaggio” e, per prima cosa ci siamo interrogati insieme su cosa comporta: dove vado a fare un viaggio? Con chi? Cosa porto? Perché faccio un viaggio? Chi incontro durante il percorso? Queste domande hanno fatto girare la nostra fantasia e la nostra immaginazione e siamo giunti a una conclusione: vogliamo fare un viaggio lontano che porti un sorriso a qualcuno. In questo modo ci è venuto in mente l’idea di un palloncino che portasse una letterina, lasciando la decisione al cielo su chi fosse il destinatario. Il nostro unico compito era procurarci un palloncino, gonfiarlo con l’elio e scrivere su un pezzo di carta i nostri pensieri e i nostri desideri, mettendo in fondo anche il nostro indirizzo e il numero di telefono nella speranza di essere contattati. E così abbiamo fatto. Poi una mattina fredda, ma soleggiata di gennaio ci siamo messi giacca, guanti e cappello e siamo usciti in giardino per lanciare il nostro palloncino. Eravamo molto emozionati e ci chiedevamo: chissà dove volerà…..chi incontrerà….e soprattutto ma, così leggero, come farà se piove o se c’è il vento? Ma noi volevamo tentare questa impresa. Era un unico filo ma tutti lo tenevamo stretto per vivere insieme questo momento e poi finalmente lo abbiamo lasciato andare in cielo. Lo abbiamo salutato e lo seguivamo con lo sguardo fino a che è scomparso dietro i tetti delle case. E così ci siamo messi in attesa, un’attesa carica di fantasia e immaginazione in cui pensavamo a tutte le direzioni in cui poteva essere andato il nostro palloncino, un’attesa che è durata per ben due settimane. Poi un mercoledì pomeriggio la nostra collaboratrice ci passa una telefonata: “Questa mattina nel nostro giardino di casa abbiamo trovato il vostro palloncino e abbiamo letto la letterina, è davvero bella, ci ha fatto molto piacere grazie! Vi manderemo una cartolina per ringraziarvi.” Subito è scoppiato in sezione un “Evviva!”, il nostro palloncino aveva portato a termine la sua missione: portare il sorriso a qualcuno. Subito dopo lo abbiamo detto alle nostre mamme e ai nostri papà che non ci potevano credere, ma i grandi non sanno che i desideri e i pensieri dei bambini sono preziosi e hanno delle ali speciali che arrivano nei posti più impervi. Il giorno seguente al momento dell’assemblea mattutina abbiamo parlato insieme di quello che era accaduto e ci chiedevamo: come ha fatto a viaggiare così tanti giorni? Si sarà stancato….forse è per quello che è atterrato nel giardino di una casa…..aveva bisogno di riposarsi un pò e voleva incontrare qualcuno……oppure c’era brutto tempo e voleva riposarsi….. In tutti i modi provavamo a pensare come fossero andate le cose. Poi una bella mattina ecco arrivare dalla nostra postina interna alla scuola la tanto attesa cartolina!! “Un caro saluto a tutti i bambini dalla nostra famiglia che ha trovato il vostro palloncino azzurro. Abitiamo a Scarperia (FI) e quello che vedete raffigurato è il castello del nostro paese.” Ora speriamo di poter continuare a tenerci in contatto con loro. Anche le nostre maestre erano molto contente di questo viaggio incredibile e ci hanno detto una cosa importante che ci ha insegnato questo piccolo fatto: per incontrarsi e comunicare non sono sempre necessari per prima cosa bravura e tecnologie particolari basta il desiderio ed essere semplici e leggeri.”

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