Turismo, la casa chiavi in mano con Keesy

Il rivoluzionario sistema automatico di check-in e check-out spiegato dal fondatore Patrizio Donnini

Patrizio Donnini, fondatore e ceo di Keesy

Patrizio Donnini, fondatore e ceo di Keesy

Firenze, 30 novembre 2017 - Il volo arriva a destinazione molto tardi, oppure ritarda, fatto sta che per il padrone di casa che ha affittato al turista - magari tramite Booking oppure AirBnB - è una vera scocciatura dover aspettare la notte inoltrata per consegnare le chiavi. E che dire di chi non può prendersi un giorno di ferie perché magari affitta un appartamento in centro a Firenze e ha un flusso continuo di turisti? Quando Patrizio Donnini, 42 anni, si è chiesto come risolvere questo problema, era certo che qualcuno nel mondo ci avesse già pensato. Invece no. Ecco come è nata la start-up toscana Keesy, nove dipendenti e un obiettivo di fatturato per il 2018 di due milioni di euro, che lo stesso Donnini ci spiega nel dettaglio.

Donnini, cosa è e come funziona Keesy?

"Si tratta del primo servizio di check-in e check-out automatizzato che permette di risolvere il problema più grande legato all'home sharing. Le persone prenotano sempre più attraverso i portali specializzati, poi però tocca al proprietario prendere in carico la gestione del visitatore, dalla consegna delle chiavi alla raccolta di documenti al pagamento della tassa di soggiorno. E' capitato a tutti noi di essere "guest", cioè di essere ospiti di una struttura turistica, e tutti, come me, avranno notato che questo problema è uguale in tutto il mondo". 

Il punto Keesy permette in maniera automatica di prelevare e restituire le chiavi. Il "debutto" è stato nella sua Firenze. Come sta andando?

"Abbiamo cominciato vicino alle stazioni, non dentro perché non sono aperte 24 ore su 24 e noi invece abbiamo bisogno di essere disponibili sempre. Quindi il primo punto è stato aperto vicino a Santa Maria Novella, da maggio in formadi beta test poi da settembre con una operatività totale. A ottobre 2017, quindi in soli due mesi, è stato utilizzato 400 volte. Sono già quaranta gli host, cioè i "padroni di casa", che si sono iscritti per offrire il servizio ai loro clienti e dopo averlo provato sono rimasti tutti. C'è anche un altro vantaggio per il cliente: non si paga più l'extra per il check-in che alcune strutture talvolta richiedono".

Alla fine voi producete "comodità".

"Più che altro produciamo tempo, che è un bene particolarmente prezioso oggi. Non per nulla è il nostro slogan: My time, your time. Diamo tempo al padrone di casa e libertà di organizzare le proprie vacanze all'ospite".

Quali sono i vostri programmi di espansione? Aprirete altri punti?

"L'11 dicembre apriamo a Roma, a Trastevere. Sono in corso i lavori per aprire a Roma Termini e a Milano. In due o tre mesi puntiamo all'apertura di Venezia, in futuro seguiranno Bologna, Como e Napoli. Abbiamo ricevuto trentacinque richieste di apertura, ma non è detto che tutte le città siano adatte. Per questo stiamo pensando a una soluzione consona per i centri più piccoli. Poi c'è l'estero: sbarcheremo a Londra, Parigi, Madrid, Barcellona, Valencia".

Come le è venuta l'idea di Keesy? Da dove viene lei come imprenditore?

"Io vengo dal mondo della comunicazione, ho un'attitudine alla risoluzione dei problemi e Keesy nasce da questo. Fra le mie attività, io sono anche un host. Pensai subito che andare in ferie per me sarebbe stato un problema: a Firenze ci sono sempre turisti, da febbraio a settembre è un flusso continuo e questo vuol dire essere sempre a disposizione. E allora ho pensato a questo sistema alternativo, non sostitutivo del check-in fisico, così da permettere di potersi prendere un sabato libero e di non alzarsi la notte".

Si parla spesso del  turismo fai-da-te e di tasse. Cosa ne pensa?

"La sharing economy non si può combattere perchè è un modello culturale. Non c'è più l'idea del possesso ma quella della condivisione, che un oggetto possa passare di mano. Un punto di non ritorno iniziato nel 1994 con l'arrivo del self service. fece presagire la rivoluzione. L'economia la puoi studiare e tassare, ma soprattutto la devi prevedere. L'home sharing è una economia in crescita e non potrà che continuare a crescere. Che ci fosse spazio di mercato lo dicono i numeri. E' giusto tassare il settore? Sì, ma per regolamentarlo e renderlo equo. Bisognerebbe arrivarci prima, non dopo".

Lei ha ricevuto il premio Smart your city-Fiorino dell'innovazione nella sua Firenze.

"Da fiorentino è stata una doppia soddisfazione. tutto nato da un'idea banale, che però ho cercato a lungo e non ho trovato nel mondo".

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