Italia Viva fa festa. E aleggia il ’ciaone’ a Letta

Il caso candidatura a Siena protagonista della prima serata a Rignano. L’europarlamentare Danti: "Deciderà il nazionale"

Alcuni volontari della festa di Italia Viva (foto Germogli)

Alcuni volontari della festa di Italia Viva (foto Germogli)

Firenze, 23 luglio 2021 - Insieme a te non ci sto più’, canta a mo’ di presagio il gruppo alle spalle di Nicola Danti, europarlamentare italovivaista, fresco di vertice di guerra a Rignano sull’Arno per decidere se appoggiare Enrico Letta a Siena oppure consegnarlo allo schianto sulla curva di San Martino.

I suoi colleghi alle spalle già sorseggiano l’aperitivo, la festa di Rignano Viva (invero la presenza è un po’ da Rignano Tramortita, sarà il caldo, sarà che la ministra Elena Bonetti è rimasta bloccata a Roma per il Cdm e non può palesarsi) è dunque iniziata.

Si invocano decisioni irrevocabili, che però non arrivano, perché si prende ancora tempo. Letta? "Abbiamo registrato da parte del territorio e degli iscritti di Italia viva un profondo malessere rispetto alla candidatura di Letta a Siena – dice Danti, che poi però aggiunge: "La partita non si gioca qui, deciderà il nazionale. Tradotto: decide Matteo Renzi. L’altro Renzi, il babbo, Tiziano detto Titti, fuma il sigaro, è invero agitato, dice ’buona Pasqua’ se i cronisti gli chiedono un commento, e fa mettere in fila per cena i partecipanti al gabinetto di guerra, presentati uno dopo l’altro come il roster di una squadra dell’Nba. Il Danti (applausi), Stefano Scaramelli (applausi; fosse per lui Letta starebbe serenissimo), Stefania Saccardi (applausi): se ci fosse stata anche la ministra Bonetti (applausi preventivi) sarebbe diventata la festa nazionale di Italia viva, anche se nel programma manca Maria Elena Boschi, ma non è una novità.

Non veniva neanche alle feste del Pd, quando qua era tutta campagna renziana, quando il mondo e Cristo si fermavano a Rignano sull’Arno. Ah, i bei tempi del 40,8 per cento, quando tutto sembrava possibile, quando ancora non c’era stata l’auto-rottamazione.

Le foto di Renzi scattate da Tiberio Barchielli, ’reporter, paparazzo, fotografo di Palazzo Chigi’, campeggiano sul tendone degli impianti sportivi rignanesi (tutto Renzi minuto per minuto, con il papa, con la folla esultante, eccetera), i volontari con la maglietta rosa quasi fucsia invitano a farsi sotto con la cena, perché ’il bono’, cioè il cibo, ’l’è dentro’. Ecco, è qui che fino a domenica si terrà la festa dei renziani, inaugurata, dicono nei volantini, "senza grilli per la testa", senza insomma gli odiati Cinque stelle con cui però Renzi governa a Roma.

Ma si sa, l’interesse del paese viene prima del resto, come fai a dire no a Mario Draghi, quando si presenta un’occasione irripetibile. Si chiude domenica con il botto: Roberto Giachetti, "raccolta firme per il referendum", mentre da Napoli, da un’altra festa, quella del Pd, arrivano le bordate di Goffredo Bettini contro le richieste di modifica o mediazione che dir si voglia di Italia viva sul ddl Zan: "Le proposte di modifica di Renzi e Iv stravolgono il cuore della legge e il suo obiettivo che è quello di dare protezione a tutti, non escludendo nessuno. Ha fatto benissimo Cirinnà a fare interviste che hanno una loro intransigenza", dice da Napoli l’ideologo dello zingarettismo.

I renziani leggono le agenzie ma non commentano, per ora. Un passo alla volta, adesso c’è da far star sereno il segretario-candidato Letta. Da cuocere come una pizza del Menchetti.

 

 

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