"Io, vittima di usura sono stata un fantasma per 10 anni. Denunciate, lo Stato c’è”

L'imprenditrice ha raccontato il suo calvario. E' la prima vittima rimborsata dallo Stato

Parla la donna vittima di usura

Parla la donna vittima di usura

Firenze, 16 ottobre 2019 - E' stata vittima di usura ma Silvia, nome di fantasia, ha avuto la forza di denunciare il suo estorsore, legato alla criminalità organizzata, che è stato poi condannato a 4 anni per il reato di usura. Oggi l'imprenditrice ha raccontato il suo calvario e la sua rinascita grazie all’aiuto di Guardia di Finanza, Fondazione Caponnetto, Associazione “Fior di Corleone” e Istituzioni.

“Occorre la buona politica, quella che fa rete con le associazioni e fatta di persone”, ha detto Gabriele Bianchi, Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle che annuncia in merito una proposta di legge regionale -. Silvia ha deciso di rendere pubblica la sua storia per dare coraggio a chi, come lei, è finito nell’incubo dell’usura: in Toscana decine, forse centinaia di casi e nessuna denuncia.

Sono stata un fantasma per 10 anni: mi hanno minacciata di morte e reso la vita un incubo. Ho perso la casa, l’auto, il conto in banca, gli amici, la mia vita, la mia umanità - racconta. Tutto iniziato a causa di un momento di difficoltà economica: dietro consiglio di un conoscente si è rivolta a chi poi è arrivato a chiedergli il 300% di interessi e l’ha costretta a chiudere definitivamente la sua impresa. Per sei anni ha ricevuto richieste, minacce e intimidazioni, anche dopo aver interrotto ogni contatto". “Di fronte al male non si può non reagire, altrimenti si è conniventi. Denunciare ti protegge, ti senti lo Stato vicino, è vero che le difficoltà sono tante e il dolore tanto, ma questa è la scelta giusta, non si può non percorrere la via della legalità”.

Subito dopo la denuncia nel 2010 e due anni di indagini fino al processo che ha condannato a quattro anni di carcere lo strozzino, legato alla criminali organizzata, Silvia ha perso tutto e ha avuto un tetto solo grazie ad amici. Dopo la richiesta di sussidi per vivere, si è rivolta alle Istituzioni chiedendo in Prefettura l’accesso al fondo per le vittime di reato di mafia, col sostengo della Guardia di Finanza, la Fondazione Caponnetto e supportata nel percorso burocratico dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Gabriele Bianchi, recentemente ricevuto a Roma dal Prefetto Annapaola Porzio, Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura.

“Lo Stato deve stare e sa stare vicino alle persone. E se si lavora insieme le cose funzionano”- spiega Gabriele Bianchi. Stiamo studiando per trovare una soluzione sistematica a questi fenomeni a livello regionale. Lavoriamo ad una proposta di legge che metta in sinergia Istituzioni, associazioni, e attività di monitoraggio nei territori, in modo da intercettare per prima cosa situazioni e segnalare disagi”. “Nessuno deve rimanere indietro non è uno slogan ma un percorso reale, pratico che sostiene le persone. Accanto a Silvia ci sia lo Stato ma anche la società civile”- conclude Bianchi.

“Questo è un caso di denuncia e condanna unico a Firenze. In Toscana non si denuncia l’usura ma è ben presente. Secondo i dati, nel 2017 sono state cinque le denunce effettuate in tutta la regione, nel 2018 erano zero. Ma in base ai dati sui reati rilasciati dal Sole 24 ore, Firenze è la quarta in classifica per il numero di reati. Il fenomeno è totalmente sommerso”- Spiega Renato Scalia della Fondazione Caponnetto.

In base alla legge antiracket 44/1999, lo Stato ha riconosciuto a Silva il fondo per poter ripartire con una nuova attività imprenditoriale e grazie a questo e un accordo con l’associazione Fior di Corleone sarà il referente in Toscana per la vendita di prodotti dei 18 imprenditori siciliani che ne fanno parte. “Silvia ha avuto il coraggio di denunciare. E’ stato rotto il cerchio di solitudine, l’omertà è ben presente anche in Toscana e con questa testimonianza l’abbiamo spezzata. Quello che ha fatto Silvia è stato scoperchiare una pentola - ha detto Maurizio Pascucci, Presidente dell’associazione Fior di Corleone, che fornirà i prodotti per la nuova attività di Silvia avviando un percorso di collaborazione tra Sicilia e Toscana anche in nome della lotta alle mafie.

“Ho creato la mail [email protected] alla quale chi è vittima come me di usura può scrivere per mettersi in contatto con me. Per avere consigli, per raccontare la propria storia, per iniziare il percorso di denuncia, o anche solo per essere ascoltato e non sentirsi solo”- ha concluso. “In queste situazioni, se sbagli la persona a cui ti rivolgi, sei fermo per 10 anni. Il mio messaggio è questo: denunciate, rivolgetevi subito alle forze dell’ordine. Da soli non ci si risolleva, chiedendo subito aiuto si ha una possibilità e una rinascita”.

 

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