L'ambasciatore tedesco: "Non siamo inflessibili ed egoisti. E amiamo la splendida Toscana"

Intervista alla rappresentante della Germania in Italia

L'ambasciatore tedesco in Italia

L'ambasciatore tedesco in Italia

Firenze, 20 giugno 2018 - L'ambasciatore tedesco Susanne Wasum-Rainer sarà oggi a Firenze, in Palazzo Vecchio (ore 17,30), per un incontro sull’Europa dal titolo «Dialogo con i cittadini. Germania: partner o egemone?».

Ambasciatore, Germania in Europa, partner o egemone?

«Partner! Assieme ad altri Stati europei abbiamo creato strutture e processi comuni, per affrontare assieme le sfide per le quali i nostri due Paesi sono troppo piccoli, all’insegna della parità, della cooperazione fiduciosa, del partenariato». C’è un eccesso di leadership tedesca in Europa? «Viste le sue dimensioni e la sua forza economica, la Germania ricopre un ruolo particolare. Noi ci accorgiamo che i nostri partner si aspettano di più da noi. Tuttavia, una leadership in Europa per la Germania ha sempre significato e significa interagire su base paritaria anche con i Paesi membri più piccoli e nel rispetto di valori e interessi condivisi. Quindi agire come partner».

C’è preoccupazione a Berlino per la situazione italiana, economica e politica?

«La Cancelliera Federale l’ha detto senza mezzi termini: vogliamo proseguire la cooperazione stretta che abbiamo sempre avuto con l’Italia. Collaboreremo con fiducia con il nuovo Governo».

In Germania, pur con le dovute distinzioni, c’è chi paragona l’Italia alla Grecia prima del salvataggio, lei che ne pensa?

«Si tratta di situazioni completamente diverse. È meglio evitare di fare paragoni che non reggono. L’Italia è una delle economie più importanti del mondo. Certo, ha bisogno di riforme strutturali. Ma questo lo sanno anche gli italiani stessi. Noi abbiamo fiducia nei punti di forza dell’Italia».

Secondo lei c’è qualcosa che gli italiani non comprendono della Germania?

«Noi tedeschi abbiamo la nomea di essere inflessibili ed egoisti. In merito all’Europa ci viene rimproverato di essere fissati sulle regole e di voler fare i nostri interessi. Questo però non corrisponde alla nostra auto-percezione, al nostro modo di fare la politica europea. Noi cerchiamo il compromesso fra i diversi interessi. E, ad esempio a proposito della migrazione, diamo prova di solidarietà. Proprio in questo settore capiamo e appoggiamo l’Italia nella ricerca di una soluzione solidale in Europa».

Immigrazione: al di là dei facili populismi, non ritiene comunque che l’Italia sia stata lasciata un po’ sola ad affrontare questa emergenza europea?

«In effetti, troppo a lungo l’Italia l’Italia è stata lasciata da sola nella gestione del fenomeno migratorio. Se ne sono accorti tutti in Germania. Sono stati fatti però anche progressi concreti. Grazie soprattutto agli sforzi italiani, il numero dei rifugiati è sceso quasi dell’80% rispetto all’anno precedente. Per il futuro ora bisogna potenziare Frontex per una migliore tutela delle frontiere esterne europee».

L’export verso la Germania è forte ma sono in crescita anche gli investimenti di aziende tedesche in Toscana.

«Per tradizione, la Germania è per l’Italia il primo partner commerciale. Il 16,3% delle importazioni italiane proviene dalla Germania, lo scorso anno sono cresciute ancora del 9%. Le nostre catene di produzione sono interconnesse. Gli imprenditori tedeschi apprezzano l’eccellenza dei prodotti toscani e il potenziale tecnologico della regione».

Tra Toscana e Germania c’è un rapporto speciale: qui, sulle colline del Chianti in particolare, i tedeschi sono i primi in Europa a cercare casa...

«Per tanti tedeschi la Toscana simboleggia la Sehnsucht, la nostalgia. Sono i paesaggi, gli uliveti e i vigneti che emanano vitalità. E naturalmente tutta la bellezza che la Toscana ha realizzato nelle arti, nell’architettura, nella scultura e pittura. È un luogo dove l’eccellenza e la genuinità fanno gioire e rasserenano l’anima».

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