Ingegnere donna demansionata. Per il giudice del lavoro è mobbing

Il Comune condannato. a un risarcimento di 20mila. euro nei confronti della. ex dirigente dell’Urbanistica.

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Va considerato mobbing il demansionamento di un dirigente pubblico, che finisce quasi costretto a non far più nulla. Almeno così la pensa il Tribunale del lavoro di Firenze (giudice la dottoressa Davia), che ha condannato il Comune di Barberino di Mugello a rifondere 20mila euro di danni professionali e biologici all’ex dirigente dell’Ufficio edilizia e urbanistica.

I fatti risalgono al 2014, quando le elezioni portano alla prima elezione del sindaco Giampiero Mongatti (riconfermato nel 2019), che prende il posto di Carlo Zanieri. Mongatti e la nuova giunta decidono di cambiare anche l’assetto dei dirigenti, unificando il settore Lavori pubblici con quello Edilizia - Ambiente - Urbanistica, la cui dirigente era una donna di 36 anni, laureata in ingegneria a Firenze, inquadrata nel profilo dirigenziale D3, più alto funzionario assieme a un solo altro collega in Comune a Barberino.

L’unico nuovo dirigente viene ricercato all’esterno, attraverso un bando, alla quale la donna non partecipa: "Mi hanno fatto capire – confesserà all’avvocato Pietro Rizzo che la assiste – che non ho le professionalità adeguate". E così finisce demansionata, quasi inoperosa. Lo stipendio è lo stesso, ma gli incentivi non ci sono più. Si ammala di depressione (come testimonierà una perizia) e decide di chiedere la mobilità, finendo a lavorare perfino in Molise, e poi a Roma, dove vive tuttora, lasciando alle spalle 20 anni di amicizie e legami in Mugello. Una carriera veloce e brillante interrotta all’improvviso per scelta politica, una professionalità non più sfruttata.

Ma la particolarità della sentenza che riconosce il danno patito dall’ingegnere dirigente, è che l’atteggiamento del Comune nei suoi confronti è proprio da considerarsi mobbing, attuato attraverso una lunga serie di documenti ufficiali e piccoli episodi, che l’avvocato Pietro Rizzo ha pazientemente messo insieme per adire la via del giudice del lavoro. Fino alla sentenza, per certi versi sorprendente, con la quale la giudice dà torto al Comune di Barberino e risarcisce almeno in parte i torti patiti dalla ex dirigente ingegnere.

Al.An.

 

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