Infermieri 118, scatta l’agitazione: "Dal 10 luglio stop agli straordinari"

Assemblea partecipatissima, insieme Cgil, Cisl, Uil, Nursind e Cobas: "Ventisei assunzioni non bastano". Senza turni in attività aggiuntiva a rischio quattro punti di emergenza territoriale, dal Chianti a Rifredi

Una infermiera (Foto Ravaglia)

Una infermiera (Foto Ravaglia)

Firenze, 30 giugno 2022 - Ci si approssima alla riforma dell’emergenza territoriale – attesa da lunghi anni – in un clima rovente in tutti i sensi. Proclamano lo stato di agitazione tutte le sigle sindacali che rapprsentano gli infermieri (Cgil, Cisl, Uil, Nursind e Cobas), dopo un’assemblea partecipatissima (c’erano 78 lavoratori su un totale di circa 250: in ambiente sanitario quasi un record) che si è conclusa con 77 voti favorevoli e un astenuto. In partenza le procedure di comunicazione al prefetto. Dal 10 luglio gli infermieri, che protestano per la grave carenza di personale ma anche per le lacune organizzative, si atterranno all’orario di lavoro settimanale senza garantire turni in produttività aggiuntiva (lo straordinario dei lavoratori della sanità) grazie alla quale vengono garantite le presenze in quattro punti dell’emergenza territoriale, tra cui Rifredi, San Casciano e Montemurlo.

La riorganizzazione prevede, complessivamente, un aumento dei mezzi di soccorso per garantire l’intervento tempestivo sul territorio regionale (entro 8 minuti nelle località con più di mille abitanti – ora il 76% rientra nei tempi – ed entro 20 minuti nelle zone rurali), riservando le équipe con medico e infermiere a bordo a casi selezionati. Il punto più contestato, al centro di un confronto spinoso con i sindacati, con il volontariato e i sindaci, è proprio il taglio di 23-24 ambulanze con medico a bordo che saranno sostituite da altrettante infermieristiche. In servizio resteranno 9-10 ambulanze medicalizzate in tutta la regione, con una riduzione più consistente nei territori di Firenze-Prato dove ne resteranno 3 in servizio (se ne perderanno 7-8).

Nei territori dell’Asl Toscana centro è prevista l’assunzione di 26 infermieri: anche questo un punto contestato. L’assemblea degli infermieri non l’ha ritenuto congruo alle necessità. Oggi alle 12 un primo incontro tra i sindacati e la direzione generale dell’Asl Toscana centro. Ma è necessario che intervenga la Regione per evitare che dal 10 luglio comincino guai più seri.

Gli infermieri chiedono anche maggiore chiarezza riguardo al loro futuro lavorativo: domandano se la riforma che prevede un più massiccio impiego e impegno delle figure infermieristiche sia dettata dalla carenza di medici oppure se, come in gran parte degli altri territori nazionali, la scelta è determinata da un diverso approccio alla medicina d’emergenza urgenza. I sindacati si dicono straordinariamente preoccupati anche per i corsi di formazione ( retraining ) che non si stanno facendo. Con il rischio che scadano le certificazioni formative senza le quali gli infermieri non possono neppure salire a bordo dei mezzi di soccorso.

Poi c’è il punto che riguarda la retribuzione: chiedono una valorizzazione economica professionale. Sembrava che la Regione fosse sul punto di trovare un accordo poi la questione è rimasta lettera morta.

La conseguenza è che dal 10 luglio gli infermieri rifiuteranno di fare attività extra nei servizi istituzionali. Questo determinerà una carenza che metterà a rischio la copertura di quattro punti di emergenza territoriale fra Firenze e Prato. La preoccupazione dei sindacati è rivolta anche alla qualità del servizio. E non intendono partire con la riforma, rischiando un passo falso.

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