Incontri sull’app Poi le estorsioni L’ex promessa viola torna in carcere

Idriss Ben Moussa a Sollicciano. Avrebbe ordito minacce e richieste di soldi alle vittime conosciute su Grindr "Se non mi dai denaro, divulgherò questo video". Il giudice: "Un modus operandi consolidato"

di Stefano Brogioni

Non ha mantenuto la promessa. Né quella di farsi strada nel mondo del calcio, e neppure quella, affidata al suo profilo di Instagram, con cui annunciava il suo rilancio e smentiva la ricostruzione di una rapina – avvenuta a Roma la scorsa estate – ai danni di un giovane che lo aveva contattato tramite un annuncio su un sito.

Idriss Ben Moussa, l’ex calciatore delle giovanili viola, è di nuovo dentro, in carcere. Stavolta a Sollicciano. Sarebbe lui, secondo le accuse, ad aver ordito una raffica di minacce ed estorsioni nei confronti di persone conosciute sull’applicazione “Grindr”.

Giovani e meno giovani che pensavano di farsi un nuovo amico e che invece si sono ritrovate filmate e ricattate.

"Se non mi dai soldi, divulgherò questo video", la minaccia ricorrente. Ben Moussa, classe 2001, per incutere timore ai malcapitati, avrebbe detto anche di essere minorenne.

Ieri l’ex promessa della Fiorentina sarebbe dovuto comparire al processo di Roma, che si celebra con il rito abbreviato, dove è accusato di aver sottratto soldi (duecento euro), gli auricolari Airpods e un orologio di valore a un ragazzo dei Parioli poco più grande di lui che lo aveva contattato sul sito. Il suo legale, Paolo Florio, ha chiesto un rinvio dopo l’arrivo, nei giorni scorsi, della nuova misura di custodia cautelare firmata dal gip Fabio Gugliotta.

Ma incrociando le date degli episodi contestati nell’ordinanza fiorentina, si scopre che quello avvenuto a Roma sarebbe stato l’ultimo di una serie di incontri che Ben Moussa si sarebbe procurato qui, nel 2022, tramite l’applicazione “Grindr”, dove il giovane compariva con il nome di “Lucas” o “Matias” o “Gabriele”.

Il primo, sarebbe avvenuto il 15 giugno a Scandicci. Nei messaggi, i due avevano concordato di conoscersi, a casa di colui che diventerà la vittima. L’ex calciatore si sarebbe presentato dicendo di essere un pugile e avrebbe chiesto 100 euro per l’incontro. Il padrone di casa contrariato lo avrebbe invitato ad andarsene ma lui avrebbe risposto:

"Ho sprecato la serata, se non mi dai i soldi faccio scoppiare un casino. Sono minorenne e ti ho registrato". Copione replicato in almeno altri quattro episodi, uno in concorso con un “complice”, il ventenne Mohamed Farrag, finito anch’egli in galera nello scorso ottobre per altri casi di estorsione fotocopia ai danni di persone conosciute su “Grindr” e ora raggiunto da questa ulteriore misura per altre presunte estorsioni in cui avrebbe agito da solo.

"Il numero e le modalità di realizzazione dei fatti contestati – scrive il giudice - appare sintomatico dell’esistenza di un’insolita capacità organizzativa, secondo un modus operandi che appare consolidato, connotato da evidente spregiudicatezza, sintomo di una preparazione accurata, di una strategia studiata, con adescamenti sistematici volti all’organizzazione di incontri personali finalizzati alla formulazione di precise richieste estorsive, con la creazione di situazioni oggettivamente condizionanti e, in qualche caso, con la prospettazione di gravi conseguenze negative, anche sotto il profilo dell’incolumità personale, nel caso in cui il profitto non fosse stato ottenuto".

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