Inchiesta Open, la carta di Renzi. "C’è un problema di competenza"

Intervistato da Lucia Annunziata, il leader di Italia Viva annuncia che domani non si presenterà in procura. Ma anticipa la strategia difensiva: "Risponderemo quando sarà comunicato il pm naturale per legge"

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di Stefano Brogioni

FIRENZE

Di fronte a Lucia Annunziata, ieri a "Mezz’ora in più" su Rai Tre, a sorpresa Matteo Renzi anticipa la strategia difensiva nell’inchiesta sulla fondazione Open, alla vigilia dell’invito a comparire recapitato a lui e agli altri quattro indagati (l’avvocato Alberto Bianchi, il manager Marco Carrai, i parlamentari Luca Lotti e Maria Elena Boschi).

Renzi, che anche sabato in una delle sue ’e-news’ non ha risparmiato pizzicotti ai pm della procura di Firenze, annuncia che non si presenterà, com’era prevedibile, all’interrogatorio di domani davanti al procuratore aggiunto Luca Turco (sarà in Parlamento per la commissione Regeni). Ma aggiunge che risponderà ai magistrati solo "quando sarà comunicato il pm naturale per legge". Secondo Renzi, "ci sarà un’eccezione di incompetenza territoriale, perché Firenze è incompetente territorialmente" riguardo all’inchiesta Open. Cosa intende il leader di Italia Viva? Probabilmente, che sarebbe Pistoia, e non il capoluogo, la sede dei presunti "finanziamenti illeciti" confluiti a Open, ritenuta una "articolazione di partito" che avrebbe rimborsato spese alla corrente renziana e finanziato la nota "Leopolda". La Fondazione Open, inizialmente Big Bang, è stata infatti istituita (il 2 febbraio del 2012) proprio a Pistoia, città in cui è nato il suo presidente Alberto Bianchi, anche se non ha mai ottenuto il riconoscimento della prefettura.

Dunque, anticipa Renzi, ogni eventuale contestazione sarebbe da collocarsi territorialmente qui. E quindi anche la competenza non sarebbe della procura che ha già messo sotto inchiesta i suoi genitori e pure il cognato, Andrea Conticini, assieme ai due fratelli, con la quale è in atto, ormai da settimane, un duro braccio di ferro.

L’eccezione sulla competenza, tuttavia, dovrebbe essere presentata al giudice, non al magistrato inquirente. Che per altro sembra ormai prossimo a chiudere questo filone d’indagine.

Ma Renzi pare avere altre cartucce in canna. "Facciamo come quelli seri, cresciuti alla scuola democristiana, che si difendono nel processo e non dal processo. Rispettiamo i magistrati, ci difendiamo nel processo, faremo delle indagini difensive, interrogheremo le persone e vedremo dove finisce. Vedremo se ci diranno anche scusa o se diranno solo che abbiamo ragione".

È in arrivo, ha annunciato già sabato, un sito (guerraaRenzi.it) dove, dice ancora l’ex sindaco di Firenze, "seguiremo i processi, le indagini, le accuse e daremo conto in modo trasparente della situazione".

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