In Toscana un cittadino su due beneficia del 'reddito di inclusione'

Dal 1° luglio lo potranno richiedere tutte le famiglie con Isee sotto i 6000 euro all'anno

Giacomo Martelli, presidente Acli toscane

Giacomo Martelli, presidente Acli toscane

Firenze, 22 gennaio 2018 – Aumentano le famiglie povere che potranno accedere al reddito d'inclusione in Toscana. Dal primo luglio potranno fare richiesta dell'assegno di 5000 euro l'anno circa, una famiglia povera su due. E' una stima dell'impatto che avranno le modifiche ai requisiti per il ReI, previste dalla legge di Bilancio. Sono stati cancellati infatti i vincoli per la richiesta legati alla condizione della famiglia (almeno un minore a carico, un figlio adulto disabile, una donna in stato di gravidanza e un over 55 disoccupato da almeno tre mesi), che limitavano l'accesso solo a un terzo delle famiglie toscane. Vengono dunque considerate soltanto le condizioni economiche del nucleo, come ad esempio un Isee inferiore a 6 mila euro l'anno. Sono circa 54mila le famiglie toscane considerate povere, secondo i dati aggiornati al 2017 dalla Regione Toscana. I nuovi requisiti non permetteranno di raggiungerle tutte in maniera universale, ma un primo importante passo è stato fatto. Altra novità importante introdotta dalla legge di bilancio riguarda le famiglie numerose, ovvero con un nucleo di 5 o più persone, per le quali la legge di bilancio aumenta del 10% il limite superiore del ReI, portandolo da 485 euro per 12 mensilità a 534 euro al mese. Ogni anno su100 famiglie povere, 52 sono famiglie in cui nessun componente lavora e 39 in cui lavora una sola persone. “Esiste un evidente e forte nesso fra povertà e mancanza di lavoro – afferma Giacomo Martelli, presidente delle Acli toscane – per questo è fondamentale che, oltre alle misure di sostegno economico, vengano destinate anche delle risorse al percorso attivo del ReI, ovvero quello che si occupa dell'inserimento lavorativo e sociale delle persone. Questo importante elemento attivo della misura a sostegno del reddito, rischia di essere l'anello debole del provvedimento. Occorre intervenire sulle cause della povertà, altrimenti questo aiuto si limiterà ad avere effetti nella misura in cui le risorse ci saranno”. Ilaria Biancalani

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