"In aula a metà Serve il contatto"

"Vorrei tanto che il gruppo classe restasse sempre unito. La didattica duale, con metà studenti a scuola e l’altra metà a casa, è veramente difficoltosa". Alice Lobreglio (nella foto) è iscritta al primo anno, al liceo classico Galileo.

Com’è andato il rientro?

"Sono stata molto contenta di tornare a scuola, pur se in questa situazione. Ma, certo, frequentare in questa maniera mi dà molto dispiacere. È da ottobre che non vedo, dal vivo, i compagni della prima metà dell’elenco. Secondo me, dovremmo alternare tra Dad e presenza rimanendo sempre tutti insieme. Quando sono a casa, non capisco nulla di quel che viene detto in classe soprattutto dai miei compagni. I soffitti del mio liceo sono altissimi e c’è l’eco".

Complicato iniziare in questa maniera un nuovo percorso.

"Moltissimo. Io sono stata particolarmente sfortunata perchè per via del Covid ho finito la terza media da casa e adesso mi ritrovo ad affrontare materie nuove e complesse come il latino e il greco in una modalità non semplice. Condivido in pieno le accuse mosse dal comitato Priorità alla scuola. La vera didattica è solo in presenza. La scuola deve essere al centro dell’agenda politica, non relegata all’ultimo posto. Se si continua così, perdiamo due anni scolastici. Intollerabile".

Va meglio sul fronte dei mezzi pubblici?

"Senza dubbio. Mi reputo fortunata a vivere in Toscana. La Regione ha fatto molto. Se penso che altri ragazzi stanno perdendo molti più giorni di me… Io vado a scuola a giorni alterni, in tramvia. Adesso non la trovo mai affollata. Mi trovo molto bene".

In Dad come ti senti?

"Terribilmente sola. Una brutta sensazione. In quel modo, non è assolutamente scuola. E poi in Dad non hai la percezione giusta dei docenti. Di persona, guardandosi negli occhi, è tutta un’altra cosa. Ormai è da un anno che è scoppiata la pandemia: bisogna fare di più per noi ragazzi. Abbiamo bisogno di recuperare il contatto umano e di seguire le lezioni in presenza, sempre. Abbiamo patito fin troppo".