Con il 2024 arriva il Superbonus depotenziato. Gli interventi di efficientamento energetico saranno finanziati non più fino al 110%, ma si scenderà al 70%, per poi calare ancora, al 65%, nel 2025. Chi, dunque, non ha concluso i lavori nel 2023 – salvo le eccezioni previste dal governo – potrà usufruire solo del bonus 70%. Consultando i dati Enea, risulta che, al 30 novembre scorso, in Toscana sono stati realizzati l’87,3% dei lavori con il 110. Mancano ancora da realizzare il 12,7% degli interventi, pari a oltre 709 milioni di euro di investimenti. Abbiamo chiesto al presidente di Ance Toscana, Rossano Massai, di fare il punto della situazione.
Quali previsioni fa per il settore dopo che il Superbonus è stato depotenziato?
"Siamo preoccupati. Prima di tutto perché ci aspettiamo contenziosi tra imprese e condomini, anche se non vengono richiesti indietro i crediti maturati nel 2023. A nostro avviso il decreto del 29 dicembre scorso non risolve i problemi conseguenti allo stop al Superbonus: chi copre quella differenza tra 110 e 70% nei lavori che dovranno continuare nel 2024? E qui nasceranno senz’altro dei contenziosi perché le imprese, pur avendo probabilmente contratti secondo cui avrebbero dovuto finire i lavori entro la fine del 2023, non sono responsabili dei ritardi legati alle difficoltà di reperimento dei materiali. Sarebbero dunque i condomini ad assorbire questa differenza, tranne chi ha Isee sotto i 15mila euro, anticipando la spesa, e non tutti se lo possono permettere".
Le imprese si trovano in una situazione complicata, perché devono finire i lavori, hanno il contatto per il passato. Ma riguardo al futuro, il Superbonus al 70% sarà in grado di sostenere il settore?
"Il 70% è sempre una bella percentuale, però si percepisce una sfiducia generalizzata ad aprire nuovi cantieri seguendo una normativa che cambia continuamente, che ha creato problemi a imprese e condomini e che non dà la certezza poi di avere la possibilità di cedere i crediti maturati. Per questo ci attendiamo un calo di lavoro sui bonus, che già si fa sentire".
I progetti legati al Pnrr avranno un ruolo nel settore edile?
"Sicuramente c’è stato un periodo, anche in Toscana, in cui i finanziamenti del Pnrr si sono tradotti in interventi e sono stati bravi in particolare i comuni. Ora però siamo preoccupati. Da luglio 2023, sia perché è stato introdotto il nuovo codice degli appalti, sia perché il governo ha voltato pagina, tagliando tanti lavori piccoli, sono rimasti i lavori più grossi, che dovranno partire, ma per le imprese della nostra regione, che sono medio piccole, gli importi non sono abbordabili. Ci auguriamo comunque che il Pnrr si rimetta in moto e serva a compensare la parte dei bonus che non c’è più. Certo, molte imprese si erano strutturate proprio per il Superbonus 110 e dunque è difficile che dai cappotti dei condomini passino a bitumare le strade".
Cosa chiedete per affrontare questo anno che si prospetta difficile per il settore?
"Avvieremo un confronto con il ministero per programmare una transizione ecologica degli interventi che siano di lungo respiro, che siano credibili, sostenibili dallo Stato e anche dai privati. Chiediamo un regolamento per il codice appalti, che consenta di applicarlo nel modo giusto, e una normativa sul bonus, che permetta di programmare lavori con i risultati da raggiungere al 2030 e 2050, che dia certezze e sicurezze. Un ruolo importante potrebbe averlo anche la rigenerazione urbana, per recuperare i nostri centri urbani".