Il risiko dei banchi La Coin taglia il nastro e il mercatino se ne va "Vogliamo certezze"

Sit in degli ambulanti alla Loggia del Grano: quindici lavoratori in bilico "Non fanno che spostarci, il Comune ha il dovere di darci delle risposte". Le rassicurazioni di Bettarini: "C’è un piano generale, ci incontreremo"

Sembrano un po’ quelle coppie di lunga data. Non si parlano granché, ognuno fa le sue cose ma c’è poca condivisione. Da una parte gli ambulanti che si trovano alla Loggia del Grano "dopo almeno quattro trasferimenti", come si evidenzia durante il sit in di ieri. Dall’altra il Comune che prova a capire le lamentele e promette un confronto. In mezzo la proprietà della Coin che in questa storia non è l’amante ma l’interlocutore che aprirà un grande negozio il 14 dicembre.

Proprio alla Loggia del Grano, proprio davanti agli ambulanti. E al momento apriranno con i banchi di fronte ad una delle uscite, perché il presidente del sindacato Ana-Ugl Toscana Vittorio Pasqua annuncia "che al momento il trasferimento immediato degli ambulanti è bloccato, su nostra pressione". Dalla Coin, è altamente probabile, non stapperanno una bottiglia di champagne per la novità. Torniamo alla coppia di lunga data. Gli ambulanti sono lì che si lamentano. Sei licenze in tutto, due banchi non ci sono più causa economica: si parla di 15-16 lavoratori. Non tanti ma neanche si può far finta di niente.

Sono persone, spiega Pasqua, "trasferite più volte, prima a San Lorenzo e poi alla Loggia del Grano. Donne e uomini stufi, che necessitano di un confronto con la proprietà e con il Comune. Vendono borse, maglie da calcio ma oggi ci sono e domani magari no. E sullo sfondo, cioè mica tanto, ci sono le licenze. Bloccate". Non è una gran bella sensazione quella di non poter pianificare. Per questo "serve un dialogo". Uno di loro, Daniele Ricci, racconta della proposta di andare in via Panicale. "Ci hanno detto che fa parte dell’area di San Lorenzo – racconta, alterato -. Ma non è mica vero, quella non va bene come area. E poi le bancarelle non sono pedine".

Il Comune interviene nel pomeriggio, a sit in concluso: "Ci sarà occasione di confronto visto che gli atti non sono ancora definiti – rassicura l’assessore al commercio Giovanni Bettarini -. Inoltre tale spostamento è nelle more dell’approvazione del piano che porterà alla riorganizzazione del commercio su area pubblica anche nel centro storico. Ci incontreremo a breve". Ci ferma Ayoub Emad, palestinese. In tre frasi ci racconta la storia della sua vita:

"Mio babbo si chiama Alì, noi vendiamo da sempre giacche e accessori in pelle. Prima eravamo a San Lorenzo, ora siamo qui e ci vogliono di nuovo trasferire. È un bel casino: nel 1992 abbiamo strapagato la bancarella, fu un bell’investimento. Adesso mi preoccupo per il domani". Lo guardiamo senza fiatare. Per risolvere "i problemi di coppia" serve parlarsi subito.

Niccolò Gramigni

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