Il primo nato col doppio cognome "Giusto così, è per mia moglie"

Benjamin, venuto alla luce l’8 giugno, è stato registrato all’Anagrafe col nome dei due genitori. Vittorio, il padre: "Bisogna cogliere l’occasione, una forma di rispetto generale verso tutte le donne"

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Lui è Vittorio Toufik El Ansari, italiano con genitori siriani (la madre è di Aleppo), lei è Evanilde Alves de Almeida, brasiliana della città di Joaima. Il mondo è così piccolo che loro due si sono innamorati, vivono a Firenze e hanno appena avuto un bambino, Benjamin, nato l’8 giugno. Il bambino non lo sa ma è già nella storia di questa città perché, due giorni dopo la nascita, è stato registrato all’anagrafe con il doppio cognome e anzi quello della madre precede quello del padre. Questo perché la sentenza della Corte Costituzionale ha fatto cadere l’automatismo per il quale si assegnava al nascituro il cognome paterno.

"Mio padre, medico siriano, è arrivato a Firenze a studiare medicina negli anni ‘60 e si è innamorato di questa città, mia madre è di Aleppo – racconta Vittorio Toufik El Ansari -. Benjamin porta il doppio cognome perché mia moglie ha una famiglia poco numerosa e il suo nome rischiava di ‘scomparire’. Con questa norma abbiamo risolto il problema, ho fatto questo gesto volentieri". È anche un atto di rispetto, tiene a precisare: "In passato molte donne avrebbero voluto prendere questa decisione e non hanno potuto – spiega -. Adesso si può ed è giusto cogliere l’occasione. La vedo come una forma di rispetto generale verso tutte le donne".

Ed è anche un gesto di altruismo perché anche il cognome di Vittorio rischia di ‘scomparire’: "E’ vero, sono l’ultimo della mia famiglia. Senza figli maschi il mio cognome sarebbe scomparso. Noi siamo felicissimi". Anche perché, da adesso, c’è da prendersi cura di un piccolo e quando accade ti cambia sempre la vita. Certo, ci sarà da fare sacrifici: lui dipendente di una multinazionale tedesca, lei ingegnere ambientale. I tempi sono stretti ma Benjamin è Benjamin e viene prima del lavoro. "Siamo contenti", ripete Vittorio. E poi affronta il tema dei luoghi comuni, quando parla del Paese di origine dei genitori: "La Siria è un paese avanzato culturalmente, molto avanzato – precisa -. Noi, Giordania, Libero rappresentiamo un altro mondo. Da noi non c’è certo un gap culturale, ci sono tantissimi laureati e siamo avanzati anche nel rispetto verso le donne. Paesi come Marocco e Algeria magari hanno altre visioni".

Vittorio e Evanilde sono pronti ad una nuova avventura della loro vita. Lui italiano e con genitori siriani, lei brasiliano. Innamorati a Firenze, col loro piccolo Benjamin, con tutti i cognomi che vogliono, liberi di vivere, di essere felici. Che bello, di questi tempi.

Niccolò Gramigni

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