Il primo ’contratto di fiume’ sull’Arno Progetti su sicurezza, ambiente e sviluppo

Si potrà più facilmente attuare interventi di manutenzione idraulica sostenibile

Gaia Checcucci

Gaia Checcucci

Nuovo passo avanti per il "Patto per l’Arno", il "contratto dei contratti" promosso sull’intera asta del fiume toscano. Il progetto, primo del genere a livello nazionale, vede lavorare da più di un anno, in sinergia, Regione, Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale, Anci e Anbi Toscana, 45 Comuni e i Consorzi di Bonifica 2 Alto, 3 Medio e 4 Basso Valdarno. Ieri, a fare il punto sull’iniziativa sono stati il governatore, Eugenio Giani, il segretario dell’Autorità di Bacino dell’Appennino Settentrionale, Gaia Checcucci (nella foto), e la presidente del Consorzio 2 Alto Valdarno, Serena Stefani, che hanno annunciato per domani la firma del contratto di fiume Casentino H2O, il primo a essere formalizzato all’interno del ‘Patto per l’Arno’.

Il contratto di fiume, è stato spiegato, è un efficace mezzo di presidio del territorio, anche considerando che il 12,49% della Toscana, pari a 2.872 Kmq, è in classe P3, codice che indica le aree potenzialmente instabili per fattori fisici o propensione al dissesto. Il 3,75% è in P4, ovvero ha dissesti attivi, per un totale di 863 Kmq. Nel bacino dell’Arno il 5,9% delle aree (536,5 Kmq) ha pericolosità elevata; in quello del Serchio il 10% (162,3 Kmq), nel Magra il 3,8% (64,4 Kmq).

"Come Regione – ha detto il presidente Eugenio Giani – vogliamo che i contratti di fiume diventino sempre di più la regola, perché rappresentano un modo per creare sempre maggiori sinergie tra i soggetti istituzionali, per gestire adeguatamente i finanziamenti per le opere". "I recenti eventi meteo hanno messo ancor più in evidenza la fragilità del territorio – ha proseguito Gaia Checcucci –. Ancora una volta si dimostra cruciale un quadro conoscitivo aggiornato, come quello che deriva dai nostri Piani di bacino e degli studi a supporto della pianificazione".

"Il contratto di fiume - ha concluso la presidente Stefani - è essenziale per mettere a punto una strategia di sviluppo delle politiche territoriali, a cominciare dalla difesa idrogeologica, con il coinvolgimento delle comunità locali".

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