Il potere inquietante degli algoritmi

Francesco

Gurrieri

ioè dai programmi informatici che sono alla base delle piattaforme mediatiche, i quali rendono possibili alcune forme di interazione e di organizzazione ostacolandone altre".

Col che si torna all’algoritmo, che va inteso come ’procedimento di calcolo numerico’, riscoperto dopo tanto tempo, perché inventato nel IX secolo da un matematico arabo di nome Muhammad ibn Musa. Tornando ai percorsi evolutiviinvolutivi della critica (letteraria e d’arte) va detto che oggi siamo ben lontani da quel chiaro esercizio che ha unito il primo pensiero idealistico crociano a Segre, Pampaloni e Garboli (per citarne alcuni); così, in questi giorni, si affaccia il metodo del ’distant reading’ quale studio-analisi assistito dal computer di vasti insiemi di testi che hanno in comune l’appartenenza allo stesso genere letterario o alla stessa categoria merceologico-editoriale! Non c’è male come innovazione: affidarsi a una stilistica quantitativa che assimila l’opera letteraria a qualsiasi prodotto commerciale, effettivamente è un bel passo avanti!

Così presto, forse già fin dal prossimo anno, potremo goderci la Divina Commedia visualizzata in diagrammi e istogrammi secondo le migliori regole della comunicazione finanziaria e commerciale. E’ l’ultimo regalo della tecnologia informatica: la ’algocracy’, neologismo tradotto, appunto, con ’algocrazia’. Ma forse non sarà tutto negativo, certamente sapremo trovarci anche cose buone e nuove sollecitazioni. Con buona pace di un intero secolo di critica letteraria e di riviste di letteratura.

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