Il Porcellino alla conquista del mondo

Francesco

Gurrieri

Davanti al Sydney Hospital, il vecchio ospedale della città australiano, troneggia il nostro Porcellino del Mercato Nuovo. In realtà è una copia fedele di quella bronzea oggi conservata nel museo Bardini. Una significativa presenza fiorentina che si spiega con l’affetto di una delle nostre storiche famiglie, i Torrigiani, con quell’ospedale. Nella targa del basamento vi si legge "1968. This wild boar fountain…", ossia: "1968. Questa fontana col cinghiale è una donazione di Clarissa Torrigiani in onore di suo padre Thomas e di suo fratello Dr. Fiaschi. Il Porcellino raccoglie soldi per l’Ospedale di Sydney per il quale entrambi hanno lavorato come chirurghi". In realtà questa australiana non è la sola copia del nostro Porcellino, a prescindere dal fatto che anche quella attualmente presente al lato della Loggia è una copia fedelissima realizzata nel 1988 dalla Fonderia Artistica Marinelli. Ne esistono repliche a Monaco, a Aix-en-Provence, a Guayaquil in Ecuador, nell’East River a New York City, a Grosseto. Anche Hans Christian Andersen, a seguito della sua visita a Firenze, ebbe a dedicargli una delle sue fiabe. Del resto, artisticamente, ha una storia del tutto rispettabile: l’originale, in marmo (oggi agli Uffizi), copia romana di un’opera ellenistica, fu donato da Papa Pio IV al Duca Cosimo nel 1560 in occasione di una sua visita a Roma; poi Cosimo II ne commissionò una copia in bronzo a Pietro Tacca; questa, concepita nel 1612 fu fusa assai più tardi nel 1633, solo dopo aver fatto le fontane della SS. Annunziata e i quattro Mori di Livorno. Ma fu il granduca Ferdinando II a volerne la versione in ’Fontana’ (e siamo nel 1640) per l’utilità del Mercato Nuovo. Dopo vari spostamenti, l’attuale collocazione risale al 1928. Insomma, il Porcellino ovunque, con la speranza di aver fortuna sfiorandogli e consumandogli il naso.

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