Il peso di Firenze sulla bilancia del voto

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Erika

Pontini

Adesso più che mai anche a Firenze c’è un paese reale che fa capolino ma resta ai margini. Sono i commercianti con le bollette appiccicate alle vetrine, gli operai che iniziano a manifestare davanti alle fabbriche mostrando le buste paga, lo sport che minaccia di dover chiudere perché con i costi non ce la fa, il sistema industriale che rischia di implodere. Anche lo storico cinema Principe ha piegato la testa sull’uscio del caro energia.

E poi la sanità che fatica, tra liste d’attesa e pronto soccorso ingolfati di pazienti e poveri di personale, la scuola che resta perennemente un tabù. I fiorentini parlano di questo. Questi sono i temi di una campagna elettorale che invece li ha prevalentemente trascurati. E poi tramvia, stadio, cantieri, aeroporto, trasporto pubblico, alta velocità e affitti alle stelle. La gente parla di sbarcare il lunario e le disquisizioni dotte non scaldano le case.

Bisognerà capire quanto sarà numeroso il partito dell’astenionismo che nella responsabile Firenze non è mai stato nutrito (22% nel 2018, 18% nel 2013): chi per scelta tra arrabbiati, delusi dalla politica e scettici (perché tanto chi sarà eletto lo hanno già scelto i partiti) e chi per problemi logistici; gli italiani all’estero ma anche i residenti in altre città (circa il 10%) che non si accollano la spesa di tornare per esercitare il dirittodovere di voto. Sul piano politico della rappresentanza, rispetto alle ultime elezioni, Firenze non esprime la prima fila come invece è accaduto in passato. Da qui sono decollati due premier o quasi ma adesso la sfida è del tutto diversa. E allora viene da chiedersi: la tornata elettorale quali protagonisti restituirà alla città tra eletti e non? Perché nel governo del Paese non ci sono solo i banchi di Montecitorio o Palazzo Madama. E Firenze, oggi più che mai, ha bisogno di uomini e donne che si facciano carico dei problemi della città. Perché nemmeno questa terra ricca di storia, arte e meraviglia, che mai come in questi giorni vive una stagione d’oro di eventi culturali e afflusso di turisti stranieri, può permettersi il lusso di restare alla finestra del cambiamento. Fare scelte in tempo di crisi è difficile, non farle significa farsi trascinare via. Deve passare la giornata, e soprattutto la nottata. I conti anche in politica si fanno sempre alla fine.

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