Il museo delle artiste di Melania Mazzucco

Oggi al Giardino dei Ciliegi la scrittrice col suo ultimo libro ’Self-Portrait’. Un viaggio fra le donne che con le opere hanno raccontato il loro mondo

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di Olga Mugnaini

Era partita proprio da qui, tanti anni fa, la giovane scrittrice che sarebbe diventata una delle autrice italiane più amate, più premiate e più seguite, sempre in testa alle classifiche di vendita. Romanziera ma anche saggista con l’amore per le storie e per la vita, Melania Mazzucco oggi pomeriggio alle 17.30 torna al Giardino dei Ciliegi in via dell’Agnolo, dove nel 1996 aveva presentato Il bacio della Medusa e dove adesso parlerà del suo ultimo libro “Self-Portrait. Il museo del mondo delle donne“. Insieme a lei ci saranno Cristina Acidini e Marialuisa Bianchi che introdurrà l’incontro. L’iniziativa è delle associazioni Ideerranti e Giardino dei Ciliegi.

Melania Mazzucco, lei ha già scritto il Museo del Mondo, ora ce ne racconta uno solo per le artiste donne. Come ha scelto le 36 di cui spiega opere e vita?

"Alcune sono capisaldi imprescindibili, a cominciare da Artemisia, ma le altre le ho scelte per come hanno rappresentato la loro vita di donne. Sono partita infatti da una loro opera. A proposito di Firenze..."

Ci dica.

"Un capitolo è dedicato alla vostra Plautilla Nelli. Di lei Vasari diceva che avrebbe fatto cose meravigliose “se“ avesse fatto come gli uomini. Ecco, proviamo a ribaltare la frase. Plautilla è stata grande “nonostante“ non abbia potuto fare come gli uomini".

Plautilla Nelli e Plautilla Bricci, Frida Kahlo, Georgia O’Keeffe, Carol Rama, Berthe Morisot, Louise Bourgeois e Marlene Dumas, Giosetta Fioroni. Non c’è ordine cronologico. Eppure il libro un suo fil rouge ce l’ha.

"Sì, è vedere come queste artiste hanno affrontato alcuni dei momenti più significativi della vita, dalla nascita e infanzia all’adolescenza, dalla giovinezza alla scoperta dell’erotismo. E poi la gravidanza, l’aborto, la sessualità, la sorellanza, il lavoro. La maternità, un soggetto che gli artisti uomini hanno o eluso o trasformato in altro".

Tutte donne ribelli?

"Alcune sì, altre meno, cercando di ottenere quello che volevano, e che potevano, restando sotto traccia. Ad esempio, Elisabetta Sirani faceva finta di essere prigioniera del padre, di far felicentente le faccende domestiche felice,. Ma tutte hanno una cosa in comune".

Quale?

"La forza morale. Mi piace ricordare nel libro che molte avevano impedimenti oggettivi, anche fisici quali la poliomielite. Ma in un modo o nell’altro hanno saputo dimostrare di cosa fossero capaci, proprio come il dipinto di “Porzia che si ferisce una coscia“ della Siriani, per far vedere che non aveva paura del dolore".

Alcune delle 36 artiste sono poco note al grande publbico.

"Bene. Molte di loro erano destinate ad essere dimenticate del tutto. Alcune lo sono state per tanto tempo. Sono felice di presentarle alle lettrici e ai lettori".

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