Il dolore nascosto dei ragazzi, sos del Meyer

Boom di accessi al pronto soccorso dell’ospedalino per episodi psicotici, disturbi alimentari, autolesionismo e perfino pensieri suicidi

L'ospedale Meyer

L'ospedale Meyer

ll Meyer sta affrontando una doppia battaglia contro il Covid: quella del presente, per curare questa fase pandemica con le sue varianti sta colpendo tanti giovani e giovanissimi. E quella a lungo termine, che non si vede: le ripercussioni psicologiche sui giovani e adolescenti, che manifestano le ferite interiori si un isolamento prolungato, della mancanza di socializzazione, dell’incertezza. Il direttore generale dell’ospedale pediatrico Alberto Zanobini aveva già lanciato l’allarme alle istituzioni: "Non si sono solo i contagi: stiamo osservando un aumento del disagio, sempre più frequenti episodi psicotici tra bambini e adolescenti che si manifestano in autolesionismo, bisogno di supporto psichiatrico, disturbi alimentari, fino a pensieri suicidi". I dati di questo anno di pandemia lo dimostrano. E non sono da sottovalutare.

Se anche al Meyer, come in tutti gli ospedali, nel 2020 è stata registrata una diminuzione di accessi al pronto soccorso del 40%, per quanto riguarda le richieste di aiuto per problemi di salute mentale dei ragazzi in età adolescenziale l’orientamento è opposto: sono aumentati di circa il 17%. Ad attirare l’attenzione dei professionisti sono i dati del primo bimestre di questo 2021, confrontati con quelli dello stesso periodo di un anno fa, prima che scoppiasse la pandemia: se tra gennaio e febbraio 2020 c’era stato un solo accesso al pronto soccorso per disordini alimentari, nei primi due mesi del 2021 i casi sono saliti a 21; un incremento notevole, determinato per lo più da adolescenti che lottano contro l’anoressia, patologia che richiede ricoveri spesso lunghi, di un’assistenza specifica, molto delicata, personalizzata e un grande impegno da parte dei professionisti della neuropsichiatrica del Meyer.

L’incremento dei dati riguarda anche giovani che chiedono aiuto dopo aver avuto pensieri autolesionistici, spesso per quella che i medici chiamano "ideazione suicidaria": il desiderio di non andare più avanti. Tra gennaio e febbraio 2021 sono stati già 11 i casi presi in carico del Meyer, rispetto a uno solo di un anno fa- primo bimestre 2021 sono stati già undici. E il trend, temono gli specialisti, è destinato ad aumentare ulteriormente. In generale tra i primi due mesi dello scorso anno e di questo, la differenza di accessi alla neuropsichiatria infantile è stata di 50 contro gli attuali 80.

Tanti. Troppi perché la politica non si metta a pensare seriamente a quello che lo stesso Zanobini ha definito "il problema vero da affrontare nel prossimo futuro per i nostri adolescenti". Perché, dice, "temiamo che ciò che vediamo in questo periodo nel nostro ospedale possa essere solo un iceberg sommerso di una pandemia che incide nel profondo dei più giovani". Una pandemia interiore che nessun vaccino può debellare.

 

 

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