Il comparto moda non sorride. Lo certifica il rapporto dell’Irpet

Congiuntura difficile nel 2023: il sistema produttivo toscano soffre, giù anche le esportazioni

Il comparto della moda ha vissuto nel corso del 2023 una congiuntura difficile, che lo ha visto contrarre produzione ed esportazioni e, conseguentemente, anche la domanda di lavoro. I dati presentati dall’Irpet, l’Istituto per la programmazione economica della Toscana, colgono bene il rallentamento in atto, leggibile sia nella dinamica della domanda dei beni, guidata soprattutto dagli andamenti dei mercati internazionali, che, conseguentemente, in quelle della domanda di nuovo lavoro e della richiesta di cassa integrazione.

Sull’export spicca il -21% delle calzature del distretto fiorentino e il -10% delle pelli prodotte nel Pisano. Il sistema moda fiorentino, tra l’altro, ha fatto molto peggio, rileva Irpet, rispetto al resto d’Italia e in tutte le linee produttive: dall’abbigliamento (-8% rispetto a un +5%), alle calzature (-21% rispetto a un +8%) e ai prodotti in pelle (-5% ripetto a un +5%). Rispetto alla manifattura toscana, nella moda si registra un rallentamento significativo degli avviamenti al lavoro, soprattutto a partire da settembre 2023, con il record negativo di novembre, quando ci sono stati il 32% di avviamenti in meno rispetto a novembre 2022. Parallelamente, aumenta il ricorso alla cassa integrazione. A dicembre 2023 i lavoratori in cig nei settori della pelletteria, concia e calzature pesavano il 9,2%, con un picco di 9,9% nella provincia di Firenze e di 15,3% in quella di Pisa. Fra tessile e abbigliamento, è il primo a soffrire di più (8,9% a dicembre nella provincia di Prato), rispetto alle confezioni, che sembrano non fare richiesta significativa di cassa integrazione (0,3%).

"È utile domandarsi – si legge nella nota congiunturale dell’Irpet – se, al di là degli elementi congiunturali descritti, pesino sull’attuale distribuzione delle perdite tra gli attori delle filiere regionali fattori ereditati dalla dinamica di medio termine, propria delle diverse specializzazioni". Tuttavia, prosegue, "il sistema produttivo toscano, dove la filiera della moda è presente nella quasi totalità delle sue componenti e nel quale questi meccanismi di funzionamento si dispiegano in modo completo, potrebbe rappresentare un laboratorio innovativo per individuare buone pratiche e relazioni virtuose. Ciò risulta auspicabile, visto il peso che queste specializzazioni esercitano sul complesso della manifattura toscana in termini di produzione di valore aggiunto ed export, ma anche di creazione di lavoro e ricchezza per il territorio".

E per il futuro gli obiettivi sono chiari: "Le sfide collegate alla transizione digitale e verde devono ancora trovare una loro chiara e specifica applicazione a questa ampia fetta di produzione, facendo emergere nuove opportunità di intervento volte a presidiare e sviluppare i diversi segmenti di filiera della moda toscana".

R. E.