REDAZIONE FIRENZE

"Il botto e poi le urla, sembrava un pupazzo. Quel bimbo ha fatto un volo di venti metri"

I testimoni dell’orrore: «Ci siamo avvicinati: era disteso in una pozza di sangue»

Un'ambulanza (foto d'archivio)

Firenze, 27 settembre 2014 - LO SCHIANTO è stato un cazzotto nei timpani. Quello che è venuto dopo un racconto dell'orrore. «Sembrava un pupazzo. Ha sfondato il parabrezza dell'auto, è volato sul tettuccio e poi è rimbalzato sull'asfalto per venti metri come se fosse di gomma». La guardia giurata Romeapol dell'Esselunga di via Pistoiese intorno alle 20.30 di due giorni fa aveva appena smontato dal turno e stava aspettando l'autobus alla fermata. Una manciata di secondi dopo il 13enne peruviano che stava attraversando sulle strisce davanti al Trony verrà falciato da un'utilitaria diretta verso il ponte all'Indiano. «IL BAMBINO – racconta, ancora sotto choc – stava attraversando il passaggio pedonale insieme ai genitori, avevano delle buste con loro ed erano disposti in fila indiana». La vittima, secondo una prima ricostruzione dei fatti, si trovava tra il padre e la mamma. Al momento dell'impatto i tre, residenti nella zona, avevano quasi concluso l'attraversamento. Poi inizia l'incubo: una Fiat Panda diretta verso Novoli, guidata da una 59enne fiorentina incrocia il destino della famiglia. «L'auto – prosegue – lo ha preso in pieno facendolo volare oltre il tettuccio e ricadere sull'asfalto». Una capriola mortale. Salvi per miracolo i genitori sfiorati dalla vettura che ha causato delle escoriazioni alla madre. Fatale invece l'impatto per il 13enne che, secondo le testimonianze, ricade sull'asfalto al centro delle carreggiata quasi venti metri dietro il punto di collisione. Gravissime fin da subito le sue condizioni. «Appena ho sentito il botto – spiega Manuela, commessa dell'Eurospin davanti al luogo dell'incidente – sono corsa fuori. Il bambino era steso a terra e dietro la testa aveva una pozza di sangue. Ho sentito il battito ed era debolissimo». Immediato l'arrivo dei sanitari, due ambulanze e un'auto-medica, allertati dai passanti. Dopo pochi minuti il cuore del piccolo smette di battere. «Il personale del 118 – continua – lo ha rianimato col defibrillatore e poi gli hanno applicato la maschera d'ossigeno». Poi la corsa al Meyer dove il cuore del 13enne ha smesso di battere. Devastati i genitori. Sotto choc la conducente del veicolo che dopo l'impatto si è fermata a prestare i primi soccorsi. Sull'asfalto nessun segno di frenata evidente: l'auto ha terminato la sua corsa una ventina di metri dopo lo scontro. Gli uomini della municipale hanno già iniziato a raccogliere le testimonianze. Tutte concordi sulla dinamica dell'incidente che ha spezzato l'ennesima vita. «In questa strada dal 2009 a oggi sono morte quasi dieci persone – dicono alcuni testimoni – possibile che manchino ancora autovelox e strisce illuminate? Pensare che li abbiamo sui viali dove è pieno di semafori e non servono a niente». ​LA LISTA dei «caduti» di via Pistoiese è lunga. Fra gli incidenti fatali quello avvenuto la notte dell'Epifania del 2009, quando persero la vita due ragazze e un ragazzo. L’auto, dopo aver superato la rotatoria all’incrocio tra via Pistoiese e via Fra Golubovich urtò contro il marciapiede e si ribaltò, finendo la sua corsa contro un albero. Lo stesso destino di Carmine Falcone, 32enne pugliese che la notte del 28 luglio 2012, perse il controllo del suo scooter e muore contro un albero. Lo scorso 27 agosto invece un pedone è stato investito sulle strisce da un pirata della strada, riportando lesioni guaribili in 60 giorni. di CLAUDIO CAPANNI