I ragazzi non ci stanno "Misura fuori tempo Anche i telefonini servono alla didattica"

Le reazioni degli studenti del Michelangiolo e del Castelnuovo alla proposta del ministro: "Sarebbe necessaria più condivisione. Demonizzare la tecnologia non è la risposta all’abuso degli apparecchi"

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Senso di proibizione, un approccio didattico rivolto al passato e un colpo basso alla comunicazione: sono queste le opinioni espresse dagli studenti riguardo alle recenti dichiarazioni del Ministro dell’istruzione sul divieto di portare i cellulari nelle classi.

Silvia Marzo, studentessa ed ex rappresentante di istituto del Michelangiolo, esprime il suo malcontento sulla situazione: "Sinceramente non sono d’accordo con le intenzioni del ministro Valditara, i dispositivi elettronici possono portare ad un incremento qualitativo della didattica" – afferma la ragazza – Credo che proibire non sia la soluzione corretta; avrei preferito che la questione fosse stata trattata dai singoli istituti scolastici, magari attraverso un percorso partecipativo che coinvolga gli studenti e che ascolti le esigenze degli stessi; intavolare un dibattito sulla questione può essere una strada", conclude.

Più ponderato Lorenzo Marchiani, studente dello stesso classico: "Gli smartphone possono essere una fonte di distrazione, è innegabile; ma al contempo possono essere utilizzati per una didattica smart e più interconnessa. Il mondo è cambiato e con esso dovrebbe cambiare anche la scuola; uno strumento che permette di risolvere dubbi e rintracciare concetti in pochi secondi non dovrebbe essere ostacolato, ma deve essere compito dei ragazzi farne un uso corretto. Con i professori inoltre abbiamo dei gruppi whatsapp che incentivano la comunicazione e che permettono di aggiornarli su quanto succede in classe", argomenta il ragazzo, raggiunto e spalleggiato dal compagno Matteo Vicari che ci racconta della possibilità di caricamento del materiale didattico sul telefono consultabile poi con un click.

Differente la prospettiva illustrata dallo studente del liceo scientifico Castelnuovo Pietro Abbiattello che nel raccontare di come non tutti i professori siano ostili, e di come quelli più giovani mostrino più comprensione spiega: "Non sono d’accordo con la decisione, è un colpo per la comunicazione e un affronto alla comodità: i manuali sono pesanti e spesso ne servono più di uno, conosco una ragazza che viene da San Casciano e porta i libri in digitale, se la decisione dovesse diventare effettiva sarebbe costretta a rinunciare a questa comodità. Per evitare distrazioni basterebbe migliorare la didattica, renderla più dinamica e partecipativa e forse proprio gli smartphone, se usati correttamente, potrebbero essere una soluzione e non un problema".

Gabriele Manfrin

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